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  • Guidetti:| 'Lo consiglio al Napoli'

    Guidetti:| 'Lo consiglio al Napoli'

    L’appeal internazionale del Napoli europeo coinvolge anche un popolo distante per tradizioni ed abitudini come quello svedese. L”irruzione della compagine partenopea nel cuore di una Nazione del Nord-Europa fino a consigli di mercato per il Napoli; di questo e tanto altro la redazione di Iamnaples.it ha discusso in esclusiva con il collega italo-svedese Antonio Abizzo di Eurosport Svezia, ieri al San Paolo per Napoli-Catania.
     

    Ciao Antonio, come la vedi la lotta per il terzo posto?
    “La partita contro il Catania ha definito un po’ le dinamiche, che ora si fanno complesse. Se il Napoli avesse vinto, sarebbe stata la squadra favorita, ora non so dirti. Dipende tutto dalle prossime tre o quattro gare. Lo scontro diretto con la Lazio sarà decisivo”.

    Qual è l’appeal del Napoli in terra scandinava?

    “Da circa due anni la Svezia tutta si è interessata alle vicende del Napoli. In particolare, da quando gli azzurri sono ritornati in Europa League, è cresciuto l’interesse degli svedesi nei confronti di questa squadra. Tra l’altro – continua il collega di Eurosport.se – i partenopei hanno iniziato la loro avventura in Europa proprio nel nostro paese, a Boras, contro l’Elsfborg. Posso dire con assoluta certezza che non sono pochi i tifosi del Napoli nati in Svezia. Non mi riferisco agli emigranti, ma a quei cittadini svedesi orgogliosi di aver scelto questi colori. Sotto questo punto di vista, la Champions League ha contribuito in maniera decisa. È stata una vetrina spettacolare, non si può notare il calore del San Paolo e restarne indifferenti. Anche per un popolo “freddo” come quello nostro… La sfida contro il Chelsea è stata seguita con grandissimo calore dalla nostra gente. Si tifava Napoli perché generalmente nel calcio è sempre bello vedere “i poveri” sfidare e superare i “ricchi”. Non che il Napoli sia povero, ma, al cospetto dei petroldollari di Abramovich… Sono storie di sport che sfociano nell’epica“.

    E i media?

    “Come vedi, se sono qui al San Paolo è perché è cresciuto l’interesse nei confronti di questa squadra, anche se – devo dire – è un’attenzione minimale rispetto a quella riservata all’AC Milan. La maggior parte della stampa sportiva svedese si occupa per lo più delle vicende di Zlatan Ibrahimovic”.

    Quale strategia di mercato dovrebbe adottare il Napoli per migliorare la sua rosa?
    “De Laurentiis deve portare avanti il suo progetto che,  ad oggi, appare vincente. Il Napoli non ha risorse come quelle di Manchester City, Chelsea o PSG, e dunque deve colmare questo gap con la competenza in chiave mercato. Competenza che, se posso permettermi, non è sempre stata lineare all’ombra del Vesuvio. Spesso e volentieri il Napoli ha pagato tanto calciatori che non meritavano certe valutazioni. Anzi, i giocatori più forti che gli azzurri hanno in organico, non sono costati tanto. Ad esempio, cito solo due nomi – Rinaudo e Cigarini sono costati più di Hamsik e Lavezzi”.

    Un talento svedese da consigliare al Napoli?

    “Sicuramente John Guidetti. L’attaccante del Feyenoord potrebbe fare al caso del Napoli, se il Manchester City (proprietaria del cartellino) dovesse decidere di cederlo. È un profilo più che interessante, lo consiglio al Napoli che ha bisogno – tra l’altro – di un vice-Cavani. Guidetti sarebbe l’ideale”.

    Sei stato al San Paolo in occasione di Napoli-Catania, cosa ne pensi dell’impianto di Fuorigrotta?
    “Beh, come impianto devo dire che il San Paolo ha una struttura assolutamente fatiscente. Basti pensare al numero dei bagni. Inadeguato, considerata la mole esorbitante di tifosi che accorrono in occasione di ogni singolo match. La struttura lascia molto a desiderare, soprattutto se confrontata con gli altri stadi d’Europa, e non mi riferisco solo a quelli dei Top-club. Tuttavia  – conclude – sono contrario all’ipotesi di un nuovo impianto. Il San Paolo è la storia e non può essere soppresso in nome del progresso. Serve un restyling deciso e coerente, non come quello di Italia ’90.  Bisogna innanzitutto civilizzare bagni, varchi, scalinate. Ma lo stadio non può essere sostituito. È stato il tempio di Maradona… quel Diego che da noi in Svezia, così come in tutto il mondo, vuol dire “solo” tre cose: “Calcio, Napoli e Argentina”.


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