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  • 'Napoli mai più in Supercoppa'

    'Napoli mai più in Supercoppa'

    L'ira del presidente del Napoli dopo il ko in Supercoppa con la Juve.
    De Laurentiis: "Lega, non mi faccio prendere in giro".
    L’Italia esporta l’antisportività in Cina e non è un bel modo per dare il benvenuto a chi ha voglia d’investire nel nostro calcio. In Lega Calcio non se ne fanno una ragione e con loro anche i 70 mila tifosi che hanno assistito alla sfida stellare tra Juventus e Napoli. Il grande rifiuto di Aurelio De Laurentiis, che non è il titolo di un ipotetico film sentimentale, ma la rappresentazione di ciò che hanno deciso di fare i napoletani al momento della premiazione, disertandola, ha creato fastidi e imbarazzi. In via Rosellini, sede della Confindustria del pallone, ci si chiede che senso abbia mutuare il modello del rugby con il terzo tempo nella Tim Cup quando poi succedono scene di questo tipo. Quando gli animi si surriscaldano qualcosa può andare storto («Alle polemiche arbitrali siamo ormai abituati, siamo riusciti a rovinare un grande evento», fanno sapere dalla Lega) ma non partecipare alla premiazione è qualcosa che va oltre.

    E in Procura federale c’è già chi sta studiando il caso. Se De Laurentiis avesse fatto lo stesso scherzetto nel corso di una manifestazione Uefa avrebbe seriamente rischiato l’estromissione del suo Napoli; nel nostro regolamento, invece, non esistono sanzioni specifiche, anche perché non era mai accaduta una cosa simile. C’è però un fatto che rischia di inguaiare il Napoli: l’articolo 1 (quello sulla lealtà sportiva). Condire un simile comportamento con frasi inopportune può diventare una bomba ad orologeria. E De Laurentiis, come previsto, non ha saputo tenere a freno la lingua, in un momento in cui tutto il sistema del calcio italiano avrebbe gradito delle scuse.

    Il produttore cinematografico è rientrato in Italia con la stessa rabbia in corpo che lo aveva spinto al «gesto clamoroso», criticando la Lega e il direttore di gara. Questo il riassunto del suo pensiero: «La Lega è vecchia, va rinnovata. Se mai dovessi tornare a Pechino chiederei un arbitro internazionale». Nessun mea culpa su ciò che è successo dopo la fine della partita: «Io sono uno che ama il terzo tempo, ma questa volta non era proprio il caso. Non mi va di farmi prendere in giro». Poi l’affondo finale: «La Juventus non c’entra, se avessero vinto meritatamente sarei stato il primo ad applaudire. Ma state ben attenti, non sono arrabbiato perché di questa coppa non me ne frega nulla». Finale con il botto, dunque.

    La trasferta di Pechino era nata male e finisce nel peggiore dei modi. De Laurentiis aveva cercato di evitare il viaggio in Cina e questo forse era già un segnale profetico, mentre il fatto che ricopra l’incarico di consigliere in Lega peggiora la sua situazione agli occhi degli organizzatori e crea delle tensioni che si ripercuoteranno nella prossima assemblea prevista all’inizio di settembre. Sarà l’occasione per affrontare a quattr’occhi sia Maurizio Beretta che il direttore generale Brunelli. Intanto De Laurentiis è a rischio deferimento e se verrà accertata la slealtà sportiva nel migliore delle ipotesi si beccherà una multa.


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