Nulla di nuovo sotto il sole. Inteso come le file interminabili che ogni giorno, passando nei paraggi dello stadio, rendono bene l'idea di quanto il popolo del Verona abbia anch'esso una fame arretrata. Roba che soltanto un'altra epoca (calcistica), quella dello scudetto, ha messo insieme delle cifre simili. Elaborando il tutto ai primi giorni di agosto, si è ampiamente sfondato il numero di 15 mila tessere: c'è da pensare che almeno metà del Bentegodi possa essere riempito da soli abbonati. A fare invidia a certe piazze altisonanti l'Hellas ci aveva pensato anche nelle categorie inferiori, ora si possono toccare con mano dei numeri che lievitano in maniera esponenziale. Il loro scudetto, i tifosi lo stanno vincendo.

Beninteso, è un pubblico che vuole anche lasciarsi alle spalle qualche diceria non edificante. Ribollirà di entusiasmo e nient'altro, a dispetto delle turbolenze che molti gli hanno attribuito: l'esordio casalingo contro il Milan in campionato ha subito dato in pasto all'opinione pubblica una certa immagine del tifo veronese. Quella assai superficiale che, se legata a Balotelli e al trattamento che gli riserverà il Bentegodi, avrebbe già fatto scattare un allarme. Prendere per buona qualche affermazione colorita, attraverso i social network, non è la strada giusta, anche se un precedente illustre – in negativo – di Super Mario con questo stadio può essere usata come miccia. Ma anche qui è meglio ripartire da zero.