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  • Hellasmania: le quindici giornate di Fantantonio

    Hellasmania: le quindici giornate di Fantantonio

    • Nicola Corona
    Da lunedì 10 luglio, giorno della firma di Cassano col Verona, a lunedì 24, giorno dell'annuncio dell'addio di Fantantonio ai gialloblù, sono passate esattamente due sole settimane. Quindici giorni intensi, ma che sono bastati al Pibe di Bari Vecchia per far vivere al mondo gialloblù, praticamente l'intera gamma di emozioni esperibili da un tifoso di calcio nei confronti di un giocatore. Dalla sorpresa per l'arrivo in squadra, allo scetticismo per la forma fisica con cui si è presentato in ritiro, passando poi all'euforia e l'esaltazione per le prime sue giocate in amichevole, allo stato di confusione per quel vado-non vado di qualche giorno fa e infine alla delusione e alla rabbia per l'infelice epilogo della vicenda. Tutto in due sole settimane.  Appunto, le quindici giornate di Fantantonio. Un turbine di emozioni, un giro gratis sulle montagne russe firmato Antonio Cassano, di cui, sono sicuro, molti avrebbero fatto volentieri a meno.

    Due settimane che sono coincise con il ritiro del Verona a Primiero, con la fatica delle doppie sedute di allenamento in preparazione alla prossima stagione. Il tifo gialloblù accorso in Trentino, lo ha accolto quasi interamente alla grande. Certo, sugli spalti gli occhi erano spesso puntati su di lui. La gente voleva capire se davvero poteva ancora essere un giocatore valido per la Serie A, come lui stesso aveva dichiarato in un'intervista di appena un mesetto fa. C'era tanta curiosità intorno al suo rientro. Nelle tre amichevoli disputate, il suo ingresso in campo è sempre stato salutato con grande calore dal pubblico, che non esitava a battere le mani ad ogni tocco e ad ogni giocata di Fantantonio.

    Un amore ed una fiducia non corrisposti dallo stesso Cassano, che dopo appena due settimane ha deciso di dire basta, col Verona e col calcio giocato. Nel breve tweet dove ha spiegato le ragioni dell'addio, Cassano ha parlato di famiglia e di nostalgia, cosa che del resto aveva fatto anche dopo il primo ripensamento di qualche giorno fa. Una scelta la sua, che non può che essere rispettata se le motivazioni sono davvero queste, ma che lascia comunque un'ombra scura su tutta la sua breve parentesi gialloblù.
     
    Una vicenda che ha finito per arrecare danno un po' a tutti, la società e il DS Fusco in primis, che si era esposto personalmente scommettendo sul rilancio di un giocatore ormai 35enne e fermo da più di un anno. Fusco ha difeso e aiutato Cassano in ogni modo, prendendosi l'intera responsabilità di quello che era successo con il ripensamento e la conferenza stampa di alcuni giorni fa. Ad essere danneggiata però è stata anche la squadra, con Pecchia che pensava di poter contare sul talento barese per questa stagione, coinvolgendolo nel progetto tecnico e provandolo in diverse posizioni del campo nel corso del ritiro. Infine, l'intera vicenda ha finito per danneggiare anche Cassano stesso, che si ritira dal calcio giocato (se così sarà) un po' malinconicamente, lasciando dietro di sè ancora una volta quell'eterno senso di incompiuto, di "potrei ma non voglio", che ha troppo spesso contraddistinto la sua carriera da calciatore. Sì, perchè Verona poteva essere davvero l'ultima grande piazza della carriera di Fantantonio e se non lo è stato,la colpa è solo ed esclusivamente la sua.

    Una parentesi quella di Cassano a Verona che da qualsiasi prospettiva la si guardi non ci consegna alcun lieto finale. Forse a ben guardare, l'unica cosa positiva è che tutti i problemi siano usciti adesso, a più di un mese dalla chiusura del calciomercato. Così almeno la società avrà il tempo necessario per trovare una soluzione, un alternativa all'addio di Fantantonio. Sarà anche una magra consolazione, ma come ha ben detto il presidente Setti, la squadra e la maglia vengono prima di tutto. Anche di Cassano.

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