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  • Hellasmania: un grande salto nel vuoto
Hellasmania: un grande salto nel vuoto

Hellasmania: un grande salto nel vuoto

  • Nicola Corona
Doveva essere la giornata delle conferme, la partita per dimostrare che quella con il Milan non era una vittoria solo frutto del caso. A Udine il Verona andava alla ricerca della continuità di prestazione e risultati, vero tallone d'achille della formazione di Pecchia.

Invece non è stato niente di tutto questo. I gialloblù ieri pomeriggio non hanno giocato, o meglio, lo hanno fatto con una prestazione davvero imbarazzante, simile se non peggiore alla gara interna con la Fiorentina giocata a settembre. Una partita totalmente all'opposto di quella che serviva per dare continuità e infondere maggiore fiducia dopo la bella domenica con il Milan.

Ieri pomeriggio il Verona si è letteralmente consegnato all'Udinese, senza mai accennare la ben che minima reazione ai continui affondi dei bianconeri. Va bene la strategia di rimanere bassi e coperti per poi agire sul contropiede (che tra l'altro non si è mai visto), ma in 90' di gioco i gialloblù non sono riusciti a calciare in porta nemmeno una volta che sia una. Una prestazione sconcertante, frutto di un attacco inesistente, un centrocampo abulico e troppo compassato e di una difesa costantemente in apnea. Un grande salto nel vuoto. Una terribile delusione per tutto il tifo gialloblù oltre che per la stessa squadra.

Il problema è che dopo queste prestazioni così altalenanti e questi risultati così diversi, non si capisce proprio che cosa sia questo Verona. Certamente non può essere la squadra vista ieri pomeriggio ma, a questo punto, è lecito il dubbio che non sia nemmeno quella vista con il Milan domenica scorsa. 

Ieri con l'Udinese si poteva perdere la partita in molti modi, non ne la maniera in cui si è persa. In fondo l'Udinese è oggettivamente una formazione più forte e completa per la Serie A, ma il Verona non ci ha nemmeno provato. In due ore ha vanificato gli effetti positivi faticosamente raccolti nelle ultime settimane facendo non uno, ma quattro passi indietro rispetto a domenica scorsa.

A questo punto, dopo essere praticamente arrivati a metà stagione, pare evidente constatare che il Verona di Pecchia ha un problema che è mentale ancor prima che tecnico, un problema di approccio alla partita. Sì perchè i gialloblù hanno dimostrato di avere le giuste qualità per poter affrontare con successo anche delle formazioni molto più forti, ma i continui blackout mentali e di concentrazione ne stanno minando seriamente il rendimento. I punti persi per questi motivi sono davvero parecchi e senza un'immediata inversione di tendenza il rischio è che questa possa davvero rivelarsi una discriminante decisiva tra salvezza e retrocessione. A Pecchia il difficile compito di riuscire a rigirare questa situazione al più presto perchè il tempo comincia davvero a stringere.

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