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  • I giovani del Milan come i vecchi della Juve: spietati. Perciò non hanno limiti

    I giovani del Milan come i vecchi della Juve: spietati. Perciò non hanno limiti

    • Stefano Agresti

    Il Milan è un paradosso: è giovane e vecchio. Giovane d’età, vecchio di testa.

    Prendete la formazione che ha battuto il Crotone: un’accozzaglia di ragazzi e ragazzini. A parte Abate, Paletta e Sosa, sono tutti figli degli anni 90. Da Donnarumma (99) e Locatelli (98) a Romagnoli e Pasalic (entrambi 95), fino a Niang (94) e Suso (93). De Sciglio, classe 92, in confronto al resto della banda sembra un veterano, mentre Lapadula ha sì ventisei anni, ma è un debuttante in serie A. Una formazione così giovane e inesperta, per un club (italiano) tanto prestigioso, è indiscutibilmente una novità. Clamoroso, poi, trovare questo gruppo ai vertici della classifica. Di ciò, però, si parla già da un bel po’. La vittoria allo scadere contro il Crotone suggerisce altre riflessioni.

    Dicevamo che questo Milan, giovane d’età, è vecchio di testa. Non è una critica, semmai un complimento: questi ragazzini vincono con la spietatezza e la concretezza di chi ha trecento partite in serie A. E’ proprio qui l’eccezionalità della squadra di Montella. L’Atalanta, ad esempio, con i suoi pivelli ha conquistato risultati eccezionali sfruttando le caratteristiche che appartengono alla gioventù: entusiasmo, esuberanza mentale e atletica, coraggio, sfrontatezza. Qualità che ci hanno fatto apprezzare la squadra di Gasperini ma che forse sono diventate un limite quando questi futuri campioni - perché ce ne sono certamente di bravissimi - si sono trovati di fronte alla partita della verità, allo Stadium contro la Juve.

    Il Milan, no. Anzi, il Milan è esattamente il contrario. Se la Juve avesse vinto una partita come quella che i rossoneri si sono aggiudicati contro il Crotone, avremmo esaltato la spietatezza dei bianconeri e avremmo evidenziato l’esperienza e la personalità di Buffon e Marchisio, Bonucci e Higuain, Barzagli e Khedira. Il fatto che una gara così se la siano aggiudicata tutti quei ragazzini è, appunto, un paradosso. Anche perché non si tratta di un caso, bensì della normalità.

    La stagione del Milan è piena di partite strappate per i capelli, basta ricordare quelle contro il Sassuolo e proprio contro la super Juve in quel di San Siro. Forse solo nel derby i rossoneri hanno ceduto qualcosa quando sembravano averla conquistata, ma anche in tale circostanza - se ci pensate bene - si erano trovati in vantaggio senza meritarlo davvero. Già, perché questo Milan non entusiasma per il gioco che esprime, non ruba lo sguardo. Però, in un modo o nell’altro, vince. Quasi sempre.

     

    Per tutto questo pensiamo che al Milan di Montella nessun traguardo sia precluso: perché una squadra giovane, anzi giovanissima, che vince con le caratteristiche della formazione più esperta del campionato, potrebbe non avere limiti.

    @steagresti
     


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