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  • Il 2012 parte nel segno del Toro

    Il 2012 parte nel segno del Toro

    Sarà un segno del destino o un premio per il titolo di campione d'inverno già messo in cassaforte, ma l'onore di inaugurare l'anno nuovo del calcio italiano spetta al Toro. Con la speranza che il 2012 sia sotto il suo segno per poter così realizzare l'unico desiderio espresso all'unisono nel Capodanno di Malta: tornare in serie A. Oggi all'ora di pranzo l'Olimpico riapre le danze del pallone nazionale ospitando il curioso incrocio tra il Torino, la squadra che sta ritrovando la sua antica storia ed ha chiuso in vetta la serie B, e quell'AlbinoLeffe che da favola bella e pulita rischia di trasformarsi in incubo spaventoso. «In questi giorni non si parla della realtà - ammette uno sconsolato Giampiero Ventura -, ma solo di scommesse e mercato». Due argomenti che non toccano il Toro, primo al giro di boa con un turno d'anticipo, ma che disturbano la capolista. «Per me chi ha sbagliato deve pagare - riflette il tecnico granata - e chi si vende le partite deve essere squalificato a vita. Però io vorrei che si parlasse di cose concrete, cioè di questi tre punti in palio contro una squadra che non ci darà spazio. Contro l'AlbinoLeffe sarà una partita difficilissima e se sbaglieremo qualcosa, rischiamo di fare una brutta figura».


    I bergamaschi hanno la seconda peggiore difesa del campionato (34 gol subiti) e per questo il Toro schiererà Antenucci al fianco di Bianchi, con Verdi e Stevanovic sulle fasce nell'ormai tradizionale 4-2-4, sperando di poter contare sul ritorno al gol del capitano. «Ne ho parlato con lui in ritiro - dice Ventura -: l'anno scorso in questo periodo aveva già fatto 10 gol, mentre adesso ne ha segnati la metà. Però queste 5 reti valgono di più ed hanno prodotto il primato del Toro».

    Ed allora anno nuovo, vita nuova. Soprattutto per un Torino che vuole ripartire subito forte contro una squadra sempre battuta (5 precedenti e 5 vittorie sotto la Mole) per poi completare l'altra metà dell'opera fin qui realizzata. «Noi speriamo di iniziare non come abbiamo finito il vecchio anno - sorride Ventura, riferendosi all'increscioso ko di Modena -, ma con la mentalità che abbiamo quasi sempre mostrato. Dobbiamo riprendere la marcia interrotta con la stessa consapevolezza e continuare a lavorare per essere in grado di giocarci le nostra carte in primavera». Per farlo, Ventura dovrà abbattere l'ultimo storico tabù che resiste nel Torino: da sette anni, infatti, i granata non vincono la prima partita dell'anno nuovo. L'ultima volta ci riuscì Ezio Rossi al Delle Alpi, proprio nel giorno dell'Epifania, contro la Ternana (2-1). Nella lunga era Cairo, dunque, il Torino non ha mai ripreso il cammino dopo la sosta natalizia con un successo e, peggio ancora, l'influsso negativo ha toccato tutti i risultati di gennaio.

    Lo score complessivo dal 2006 in avanti parla chiaro: 0,65 punti di media a partita, con una sola vittoria conquistata in 23 sfide (il 16 gennaio 2010 contro il Grosseto in serie B). In pratica una maledizione invernale che Ventura potrà contrastare con le sue ripartenze felici (4 vittorie in 6 partite negli ultimi 7 anni) ed una media punti doppia (1,32) nei suoi gennai di serie B, ma soprattutto con quel gioco e quell'identità che hanno permesso di rilanciare il Toro e farlo suonare per primo col nuovo anno.


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