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  • IL CASO Italia-Europa, c'eravamo tanto amati. Il nostro è un calcio di serie B

    IL CASO Italia-Europa, c'eravamo tanto amati. Il nostro è un calcio di serie B

    IL CASO della settimana è senza dubbio l'ennesima figuraccia del calcio italiano in Europa, sia in Champions League, sia in Europa League. Dopo i fallimenti della Nazionale maggiore e dell'Under 21, sono arrivati quelli delle squadre di club.


    LA DISFATTA
    Quattro sconfitte ed un pareggio: è questo il bilancio delle italiane nelle ultime due settimane di coppe europee. Dopo i ko in casa di Milan e Roma, rispettivamente contro Tottenham e Shakhtar Donetsk, sono caduti anche i campioni in carica dell'Inter, contro il Bayern Monaco nel remake della finale di Madrid, e il Napoli, che dopo lo 0-0 dell'andata è stato eliminato dal Villarreal. Nessuna squadra italiana negli ottavi di Europa League, con il rischio di non vederne neanche una nei quarti di Champions. Come nel 2001, 2002 e 2009.


    LA CRITICA DEGLI 'ITALIANI' ALL'ESTERO
    Giuseppe Rossi: "La serie A è indietro rispetto a Liga, Premier League e Bundesliga. Il calcio italiano non si e' evoluto, mentre gli altri sono andati avanti. In Italia si e' sempre privilegiata la tattica, che ha portato a grandi successi. Oggi non basta piu', vince chi gioca, ma non mi sembra che in Italia ci sia gran voglia di prendere le contromisure. E se hai paura di cambiare resti indietro. Qualche anno fa per squadre come Tottenham, Shakhtar o Villarreal la prima, la seconda della A sarebbero state inaccessibili, oggi non piu'.

    Carlo Ancelotti: "Una volta la tattica italiana faceva la differenza. Ora gli altri ci hanno raggiunto. Se ne esce con pazienza. Il modello inglese è da seguire, per tre motivi. Il marketing: il prodotto calcio inglese viene venduto benissimo, in particolare sul mercato asiatico. I ritmi: l'abitudine a giocare sempre al massimo allena ai ritmi della Champions. E la mancanza di pressione: lo stress è più fisico che mentale e recuperare energie è più semplice. Il calcio ha bisogno di grandi investitori, anche se il Barcellona ha costruito le proprie fortune sul vivaio.
    Dopo la beffa in Coppa con l'Everton ai rigori, i nostri tifosi applaudivano. In Italia sarebbe utopia. Serve una rivoluzione culturale, oltre agli stadi di proprietà con denaro privato. Coi soldi pubblici un ospedale è più importante di uno stadio. Ma a Londra ci sono 10 club, ognuno col proprio stadio. Un tifoso ci passa la giornata, la partita è solo il clou. Invece gli stadi italiani sono poco confortevoli. E certi campi fanno schifo dal 1990. L'età media troppo alta? Un alibi: lo United ha gente come Scholes, Giggs e Ferdinand. La crisi italiana è transitoria: pochi investimenti, nessuna infornata di talenti, tante difficoltà per la Nazionale”.

    SOLO TRE IN CHAMPIONS, ORA E' UFFICIALE
    I ko in Europa hanno lasciato il segno, come ampiamente prevedibile. Ora è ufficiale, dalla stagione 2011/2012 saranno tre le squadre italiane ad accedere alla Champions, la prime due direttamente e la terza passando per i preliminari. Terza e quarta destinate all'Europa League, la sesta fuori da tutto.

    LA GERMANIA CI SBEFFEGGIA
    Il quotidiano tedesco Bild sottolinea ironicamente il sorpasso in Champions League titolando: "Ciao Italia".

    COSA NON VA
    Bisogna ricostruire, rimboccarsi le maniche. C'è tanto da fare e tutti sono chiamati in causa. Dagli stadi fatiscenti ai teppisti travestiti da ultrà, passando per le polemiche arbitrali e la poca sportività. Senza dimenticare la poca importanza data all'Europa League, per molti club un fastidio. Che ci ha fatto perdere punti importanti nel ranking europeo. Siamo in caduta libera, "l'Italia chiamò".
     


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