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  • Il Chievo vola:|'Guardo chi sta sotto'

    Il Chievo vola:|'Guardo chi sta sotto'

    Sacrosante siano le ambizioni e ben venga una classifica nutrita, ma attenzione a volare troppo alti che il campionato è ancora lunghissimo e certe scivolate, soprattutto se si verificano in serie, possono produrre atterraggi dolorosissimi: la lezione arriva da Roberto Guana, mediano nobile del centrocampo del Chievo.
    Uno che sa rompere e costruire, guastare i piani altrui e dare sostanza ai propri. E che, dopo un ottobre piuttosto tormentato, da un paio di domeniche è tornato a pena disposizione di mister Pioli. «Influenza? Virus? Finalmente sono problemi superati, compresa la ricaduta che mi aveva costretto a fermarmi per altre due settimane dopo aver ripreso. Felice di essere tornato nel gruppo».

    E felice evidentemente anche Pioli, che non appena ha potuto - e per due gare di fila - ha restituito a Guana la maglia da titolare.
    «La fiducia del mister, è ovvio, mi ha fatto piacere. Ma credo che il Chievo quest'anno abbia alternative di qualità per tutti i reparti e io sono semplicemente un giocatore dell'organico».
    Che però, appena è possibile, guadagna spazio.
    «Ci può essere qualcuno che ne trova meno ma non significa che sia meno bravo. Mi pare che Pioli a centrocampo finora abbia sempre scelto bene. Dopo di che, ripeto, sento la sua fiducia a la cosa mi dà grande soddisfazione».
    A metà la concorrenza è tosta. Penso alla vecchia guardia ma anche ai nuovi acquisti. Come la vive Guana?
    «In ogni squadra nella quale ho giocato la concorrenza è sempre stata notevole. Ma io dico che più ce n'è e meglio è. Solo così la squadra non è mai in emergenza. E se gioca il sostituto al posto del teorico titolare non ti accorgi della differenza».
    E l'inserimento di Guana, non solo dal punto di vista tattico, come procede?
    «Benissimo. Anche perché ho avuto la fortuna di essere entrato in un gruppo consolidato. Dove ci sono regole introdotte e rispettate da anni. Ma basta dimostrarsi aperti e disponibili e tutto fila per il meglio».
    Regole? Qual è quella che più delle altre ha fatto e continua a fare la fortuna del Chievo?
    «Sembra una frase fatta ma credo che il segreto stia nella volontà di anteporre sempre le esigenze del gruppo a quelle del singolo. Dal 1' al 95' di ogni gara c'è chi va in campo, chi siede in panchina, chi è più contento e chi lo è meno. Ma le esigenze personali seguono sempre quelle della squadra».
    Che, per inciso, sta viaggiando a ritmi altissimi. Possibile che nessuno, anche scherzando, nello spogliatoio, parli di Europa? E che il vostro unico pensiero resti quello della salvezza?
    «Io, che ho qualche annetto di esperienza più della media, guardo la classifica e mi pare cortissima. In un attimo sei in alto ma altrettanto velocemente rischi di trovarti nelle zone a rischio».
    Quindi state coperti?
    «Quindi dico che è troppo presto per fare previsioni. E che è sempre meglio guardare alle squadre che ci stanno sotto. Mi piacerebbe che fossero anche più distanti...».
    Eppure avete sbancato, e da grande squadra, campi come quelli di Genova e Napoli. Che se la prima volta poteva sembrare un indizio la seconda assomigliava a una prova. Non sono forse segnali di cui tenere conto?
    «Sicuramente farsi valere a Genova e confermarsi al San Paolo dimostra che il gruppo è forte, ma per ricavare un'immagine più completa è meglio aspettare».
    Aspettare che cosa?
    «Aspettare i momenti critici, quando magari perdi due o tre partite di fila. Lì devi verificare come ne esci. È questione di equilibri, a volte delicati. Domenica scorsa, a Parma, per esempio, volevamo vincerla a tutti i costi ma alla fine abbiamo rischiato di perderla».
    A Firenze come finirà?
    «Sarà un'altra partita difficilissima contro una grande squadra che ha appena ritrovato un giocatore come Mutu. Importante sul piano tecnico, fondamentale anche per il gruppo».
    Che progetti avete?
    «La nostra forza è sempre stata quella di andare su ogni campo a giocarcela senza paura, lottando su ogni pallone. Con l'idea di non partire mai battuti. Solo così siamo veramente forti. E domenica scorsa, nelle fasi in cui abbiamo perso le nostre caratteristiche, il Parma ci ha messo in difficoltà».
    Dopo tre mesi di Chievo: qual è il compagno di squadra che più l'ha impressionata?
    «Pur avendolo già incontrato, anche se con maglie diverse, mi ha stupito Bentivoglio. È un ragazzo che ha qualità incredibili. Credetemi: gli manca solo un po' di tranquillità per potersi esprimere al meglio».
    E in Serie A, quale squadra l'ha stupita?
    «Direi il Cesena, non pensavo che partisse così bene. Anche contro di noi se la sono giocata. E sono stati sfortunati: sia al Bentegodi che con la Samp hanno perso negli ultimi minuti. La squadra delusione? Non lo so... La Fiorentina? Meglio che oggi non ne parli... Ma ammetto che è strano trovarsela così in basso».
    E lo scudetto chi lo vince?
    «Io voto per il Milan»
    Il Chievo per Guana è una semplice tappa di passaggio o un punto d'arrivo?
    «Non sono abituato a guardare troppo in là, ma confesso che se si rivelasse un punto d'arrivo se sarei contento. E orgoglioso. Anche perché ormai questa squadra è conosciuta e riconosciuta dappertutto, pure fuori dall'Italia».
    E poi l'anno prossimo, magari, ci saranno pure le coppe da fare...
    «Adesso penso solo ai punti che ci servono per restare in A. Per sognare più in grande ci sarà tempo».


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