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  • Il giorno del Principino di cristallo e del centrocampista oscurato da Mazzola

    Il giorno del Principino di cristallo e del centrocampista oscurato da Mazzola

    • Cesare Bardaro
    CAMPIO-NATI del 7 LUGLIO

    Cominciamo con gli auguri a due giocatori accomunati, oltre che dal giorno di nascita, dal fatto di aver militato nella Fiorentina e di appartenere, pur non avendo mai giocato all'ala, alla categoria dei calciatori “volatili”.

    ALBERTO AQUILANI, 1984, centrocampista dello Sporting Lisbona, ex Roma, Triestina, Liverpool, Juventus, Milan, Fiorentina. Detto il Principino per la sua somiglianza con Giannini. E' stato soggetto a frequenti infortuni. Jamie Carragher, ex compagno di squadra al Liverpool, per questo lo ha collocato tra i peggiori acquisti effettuati dai Reds: “Aquilani dovrebbe essere nella lista. Sono stati spesi un sacco di soldi per lui. E' stato acquistato e ceduto da infortunato, non ricordo una volta in cui non lo fosse”. Andò poi in prestito alla Juve, ma rimpiange di averlo fatto: “Ho sbagliato ad andare alla Juve in prestito con obbligo di riscatto altissimo, avrei dovuto avere maggiori garanzie. Scelsi di fretta, mia moglie era incinta, a Liverpool avevano appena cambiato allenatore. Alla fine giocai più di 35 partite, e bene, nella stagione in cui arrivammo settimi: finii e tornai in Inghilterra. Fossi rimasto, come certi compagni che avevano fatto peggio di me, e non faccio nomi, oggi sarei stato anche io nel gruppo di chi ha vinto quattro scudetti di fila”. L'anno dopo, arrivando, sempre in prestito, al Milan dichiarò: "Sono molto contento di essere arrivato qui, è una svolta per la mia carriera".  A fine stagione non fu riscattato. I suoi anni più continui sono stati, probabilmente, i primi due alla Fiorentina. E' collezionista di busti del duce.

    CLAUDIO MERLO, 1946, centrocampista di Fiorentina, Inter, Lecce, detto “il secco”. “Mi dicono che ho fatto pochi gol. Forse è vero, ma ho fatto tanti assist. Lei non ci crederà, ma per me mandare in gol un compagno era una soddisfazione immensa, più che fare un gol personale. Nell'assist c'è tecnica, inventiva, fantasia...C'è tutto, insomma”. “Chiappella era una persona eccezionale, per noi giovani era come un padre. Nessun dubbio, Beppe è stata la figura più importante della mia carriera. Era un buono, a differenza di quando giocava. Non ci motivava abbastanza e nel '68, l'anno dello scudetto, fu sostituito da Pesaola. Col "petisso" rigavamo più dritto, ed i risultati si sono visti. Ricordo la vittoria decisiva di Torino contro la Juve, il giorno prima quando per distrarci Pesaola ci portò all'ippodromo, i 20.000 che vennero da Firenze a festeggiare con noi. E poi l'ultima in casa contro il Varese. Al "Comunale" ci saranno stati 70.000 spettatori, noi che entriamo con i fiori in mano ed il cuore che va a mille. Quel giorno segnai l'unico gol del mio campionato, un tiro da fuori area". Poi passò, controvoglia, all'Inter, chiamato da Chiappella: “Allora non ci si poteva rifiutare, non c'era la legge Bosman. L'Inter mi pagò 760 milioni a 30 anni. A quei tempi erano tantissimi soldi. Io non ci volevo andare, e infatti fu un errore. A Milano non mi ambientai, e poi avevo contro Mazzola al quale facevo concorrenza. Furono due anni bruttissimi. Ricordo che avevo tutti i giornali contro, mi davano la colpa anche se non giocavo. Mi ricorderò sempre sul giornale “La Notte”: ebbene, in quel quotidiano si dava sempre la colpa a me perché lui voleva Viola, la mezzala della Lazio, e non voleva me. Mi aveva voluto mister Chiappella e Mazzola era il regista e le sue parole erano oro colato. Io tentai in tutte le maniere di cercarmi un mio spazio, ma, non mi fu possibile”. Avrebbe preferito andare al Torino: “Forse al Toro avrei vinto un altro scudetto. Tra l'altro con Radice alla Fiorentina giocai il miglior campionato della mia carriera: era la stagione '73-'74, feci un girone d'andata spettacolare, fui premiato come il miglior giocatore del campionato. Radice mi lasciava libero di fare quello che volevo, mi coccolava, mi dava fiducia. E questo per me era importante”. Fu squalificato per un anno in seguito allo scandalo scommesse del 1980.

    Buon compleanno anche a:

    LUIGI CAFFARELLI
    , 1962, ex centrocampista di Napoli, Cavese, Udinese, Pescara, Giulianova, Avezzano. Col Napoli vinse lo scudetto nel 1986-87 .Disputò 21 partite su 30, venendo spesso preferito da Mister Bianchi ad Andrea Carnevale nell’undici di partenza. Non aveva un ruolo definito (a volte venne schierato da tornante, altre volte come centravanti di manovra).  E' invece retrocesso con Pescara e Giulianova.

    LUIGI GARZYA, 1969, ex difensore di Lecce, Reggina, Roma, Cremonese, Bari, Torino, Grosseto, Taranto. Diventò universalmente celebre per la frase, pronunciata in un'intervista televisiva: "Sono pienamente d'accordo a metà col mister", che venne anche citata, seppur non del tutto correttamente, dal presidente della BCE Draghi. Nella società salentina giocò insieme ad Antonio Conte, con cui era stato nella Primavera: "Eravamo in Sicilia con la Primavera: doppia trasferta, Catania e Palermo. Ci portano in un villaggio turistico. Con piscina. Roba da non resistere, nonostante i divieti. E infatti anche Antonio si tuffa. Non l’avesse fatto. Ci sorprende il mister e sbotta: “Nooo, anche Conte. Se si è tuffato pure lui allora è proprio finita". Ha realizzato un unico gol in tutta la carriera, quello del 2-0 in Lecce-Atalanta del 5 febbraio 1989.



    ANTONIO DONNARUMMA, 1990, portiere del Genoa. Fratello maggiore del portiere del Milan, Gianluigi, hanno lo stesso agente: Enzo Raiola, cugino di Mino. Anche Antonio è cresciuto nel Milan e voci di mercato sostengono che quest'anno potrebbe tornarci a fare da riserva a Gianluigi.

    DRISSA DIARRA, 1985, centrocampista maliano svincolato dall'1luglio. Ex Lecce, Perugia, Lucchese, Bellinzona, Honved Budapest, Chiasso. “Avevo 16 anni e mezzo e ho disputato un torneo a Bari con l’U17 del mio paese. Facevo parte della più importante Accademia del Mali, da cui sono usciti fra gli altri Keita della Roma e il mio omonimo Diarra del Real Madrid. Gli osservatori del Lecce si sono messi in contatto con l’Accademia, e sono arrivato in Italia. Sapevo che vivendo in Africa mancano molte cose, e che sarei stato in buone mani: il mio procuratore è venuto a tranquillizzare i miei genitori. La mia famiglia è molto orgogliosa di me. Mia moglie, che conoscevo da quando abitavo nel mio paese, mi ha raggiunto e ora vive a Lecce con i miei figli. Anche se sono andato via presto, mi sentirò sempre del Mali, la mia cultura e i valori con cui sono cresciuto sono quelli. L’Europa, comunque, fa vedere la vita in un altro modo”. 

    STIPE PERICA, 1995, attaccante croato dell' Udinese, ex Chelsea.
    MARIANO ROMANO, 1989, centrocampista del Monopoli.
    TIMOTHY NOCCHI, 1990, portiere della Juventus, rientrato dal prestito alla Carrarese.
    DAVIDE BARITI, 1991, centrocampista del Venezia.
    MARCO BARTOLI, 1995, centrocampista del Francavilla.
    ALESSANDRO CELLI, 1997, difensore del Latina.

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