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Il gol più bello di Rivalta

Il gol più bello di Rivalta

«Sentivo questo indurimento nella zona dell’ombelico e sul momento avevo pensato a un irrigidimento da stress. Poi però il fastidio aumentava e in allenamento cominciava a condizionarmi».
La battaglia di Claudio Rivalta comincia in novembre, quando il 34enne difensore di Ravenna avvisa il medico sociale dello Spezia, la squadra che in estate lo ha acquistato per puntare al ritorno in B. Partono gli accertamenti e viene scoperta una massa tumorale nella zona dell’intestino da asportare prima possibile. Oggi Rivalta è un giovane uomo che ha ritrovato il gusto di fare il suo lavoro e mercoledì è tornato titolare in Barletta-Spezia 0-1 («un vero colpo corsaro, è stata una battaglia»). Rivalta, ricorda la sua reazione al momento della diagnosi?«Quando mi hanno detto che c’era una forma tumorale da asportare, è stata quasi una liberazione. Stavo male e non riuscivo a capire perché: finalmente sapevo contro cosa dovevo combattere». Nessuna paura?«Penso di avere un buon rapporto con le mie paure. Qualche timore c’era, come no, ma una volta saputa la diagnosi, ho pensato soprattutto a cosa bisognava fare e mi sono detto: “Forza, leviamoci il dente”. E il 12 dicembre sono stato operato alla clinica Montallegro di Genova». Quando ha saputo che era andato tutto bene?«Sono stato una settimana in ospedale e all’ultimo giorno di ricovero mi hanno comunicato che gli esami istologici erano andati bene e non c’era bisogno né di radio, né di chemioterapia». È stata dura parlarne in famiglia?«Mia moglie Valentina era con me al momento della diagnosi e abbiamo affrontato tutto insieme. Da Bergamo a Torino, ho sempre avuto la famiglia al mio fianco in tutte le città in cui ho giocato». Con i suoi figli come è andata?«Sono stato dimesso poco prima di Natale e ho passato un mesetto di convalescenza a Ravenna. Sofia ha 5 anni e Mattia 2 anni e mezzo: erano contenti di vedere il babbo sempre a casa, ma ho spiegato loro che il babbo aveva anche una cicatrice di 20 centimetri in pancia e non era il caso di saltargli addosso». Come ha spiegato ai bambini quella nuova cicatrice?«Ho spiegato che ero stato male e c’era bisogno di curarmi. Ho detto che è stata una cosa simile al parto cesareo della mamma quando ha fatto Mattia». Cosa ricorda di una settimana di ospedale?«Ricordo la felicità di quando mi hanno detto di andare a casa. L’ultimo giorno è stato il più intenso, anche perchè è stato il giorno in cui mi hanno detto che gli esami istologici erano andati bene».Cosa prova ora che si sente di nuovo un giocatore di calcio?«Mi sento bene, è una bella sensazione. Sento che ora ho un po’ meno forza di prima, ma ritrovare il campo è stato bello. È stato un po’ come sentirsi a casa: io ho sempre fatto questo lavoro con passione e in campo mi sento alla grande».Era emozionato mercoledì scorso a Barletta?«Un po’ sì, ma il mio lavoro non è fatto solo della partita, ci sono tante altri momenti preziosi». Quali?«L’allenamento, lo stare dentro la squadra, vivere la settimana che porta alla partita insieme ai miei compagni. Per questo non ricordo bene solo la partita di mercoledì scorso, ma anche il primo allenamento col gruppo, la prima partitella». È vero che a fine carriera vorrebbe fare l’allenatore?«Sì, ma vorrei allenare i giovani non una prima squadra». Come mai?«Perché sento di avere qualcosa da trasmettere ai ragazzi e perchè una volta smesso di giocare voglio fermarmi a Ravenna. Ho già girato abbastanza l’Italia da calciatore, per quanto mi riguarda, può bastare così».Il mondo del calcio è spesso visto in modo negativo per tanti motivi. Lei in questi mesi ha sentito vicino il suo mondo?«La dirigenza dello Spezia, l’allenatore e i miei compagni mi hanno fatto sempre sentire la loro vicinanza. In questi mesi avevo tutelato la mia privacy e non avevo parlato quasi a nessuno del mio problema. Ora che la notizia è venuta fuori, sto ricevendo tante chiamate e tanti messaggi da vecchi amici: è il segnale che forse in questi anni ho seminato bene, è molto gratificante». Oggi pomeriggio c’è Triestina-Spezia: sarà ancora titolare?«Credo di no, come terzino torna disponibile Nicola Madonna: questo va come un treno».


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