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  • Il guru e l'apprendista.|A San Siro la sfida del cuore

    Il guru e l'apprendista.|A San Siro la sfida del cuore

     

    Gentile Zeman potrebbe essere suo padre.No, non calcisticamente. Per ora non è così presuntuoso. Solo per l'età. Anche papà Stramax è nato nel 1947 e anche Zeman ha un figlio che si chiama Andrea. «Lui allenava ed io non ero neanche nato. Zeman è un maestro. Non si può imitare: è lui». E qui finisce il volemose bene fra Stramaccioni Andrea, As sulla tuta che non vuol dire apprendista stregone (forse) e ZZ il predicatore del vecchio calcio paradiso. Poi c'è, ci sarà, c'è sempre stata Inter-Roma: partita per ogni sorta di veleno anche se stavolta il risultato conta ma lo spettacolo di più. E la classifica un po' meno, essendo la seconda giornata di campionato.Partita fra pupilli di Moratti: gli piaceva Zeman e l'interessato ha confermato («ma ero impegnato moralmente con un'altra squadra»), ha scoperto e lanciato Stramaccioni, non ha mai nascosto la simpatia per Totti, ha corteggiato Cassano ed ora se lo è portato a casa, avrebbe speso un patrimonio per De Rossi ed era convinto che Destro sarebbe diventato grande. Che poi non si capisca perché lo abbia mollato è altra storia. Dunque sfida da cuore aperto, quasi da straAmali per il morattiano pensiero. In tribuna ci sarà anche l'ultras Sergio Scariolo, tecnico del basket tifosissimo nerazzurro che si porterà dietro tutta l'Armani, gente che ama gli schemi e il calcio-spettacolo. All'Inter si parla spesso di basket e non solo perché sia nei geni di qualche suo uomo della comunicazione. Il basket insegna a chi vuol imparare. Stasera Scariolo avrà da divertirsi se soltanto Zeman sarà riuscito ad instillare un poco del credo ai romanisti. E Stramaccioni non ci cadrà come un pollo. Sfida senza badare al risultato? Macché. Partite del «proveremo a vincere», detto da tutti. Ma perfino Zeman oggi differenzia le sfumature. «Non possiamo partecipare tanto per partecipare, dobbiamo avere la voglia di dimostrare che siamo una squadra che può competere con tutti, e dobbiamo farlo sul campo. La gente si aspetta tanto, io spero che la squadra dia tanto, e da allenatore reputo questo gruppo in grado di lottare con tutti».
     
    Come dire: ora o mai più. Per la prima volta ZZ pensa davvero al risultato. Non parla tanto di partita, quanto di campionato. Meglio cominciare subito. Questa è l'ultima occasione che gli passa dalle mani. E così l'annata che l'Inter va a modellare è la prima che Stramax può disegnare a suo piacimento. A San Siro le squadre della rivoluzione: guardare la lista partenze e arrivi e tutto sarà chiaro. Rivoluzionate per seguire un'idea. Se con Zeman non c'erano dubbi, stavolta l'Inter avrà sorpreso. Stramaccioni ha qualche mancanza nella rosa. «Però abbiamo fatto un mercato intelligente», ha sottolineato. «Certo, c'è sfuggito il colpo grosso: dico Lucas o Lavezzi, ma abbiamo gettato le basi per un'Inter che vuole tornare grande». Val la pena stargli dietro anche nel ragionamento successivo che parla di buoni risparmi («abbiamo ridotto di 40 milioni il monte ingaggi e abbiamo uno sbilancio di 16 milioni»). Non sarà ancora fair play finanziario ma la via è quella. Stramax contento del mercato, Zeman anche di più. Se la gioca al limite della spavalderia. Sentite un po': «Siamo la squadra che si è rinforzata di più e quella che con Destro ha messo a segno il colpo migliore. Non mi manca niente».Stasera Destro dovrebbe giocare con Osvaldo e Totti, mentre Stramax rimetterà mano a Milito e Sneijder, Inter old style, potrebbe farsi tentare da Pereira e riproverà con Guarin, Palacio, magari Cassano che piace a tanti ma fa paura a pochi. Sintesi di Zeman: «Giocatore di talento che nella carriera non ha fatto quello che ci si aspettava, non per doti tecniche ma per problemi di carattere». Partita del vecchio amore per Stramaccioni. «Nessuna rivincita, posso solo ringraziare». Ma nascerà qui l'anti Juve? Forse. Stramax propone: «La Juve è la squadra che ha più certezze. Noi non dovremo esaltarci per un successo e nemmeno deprimerci per una sconfitta. All'inizio le rivoluzioni si pagano». E Zeman insegna.

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