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  • Il mercato ragionato: il caos Palermo, le figurine Samp e il pragmatismo Sassuolo

    Il mercato ragionato: il caos Palermo, le figurine Samp e il pragmatismo Sassuolo

    • Pippo Russo
    Si conclude la nostra analisi sull’impatto del calciomercato estivo. In quest’ultima puntata passiamo in rassegna Palermo, Sampdoria, Sassuolo e Torino.

    Palermo – Basta vendere a cifre stratosferiche un Dybala per far passare in cavalleria intere campagne trasferimenti di pura desolazione. Sicché è il caso di  rovesciare i termini della questione: quanti bidoni è lecito prendere prima di ritrovarsi in casa un Dybala? Parlando del Palermo di Maurizio Zamparini e della sua campagna acquisti estiva questo interrogativo è tutt’altro che ozioso. Nella scorsa stagione l’esplosione di Dybala coprì un mercato estivo che aveva visto arrivare in rosanero i vari Bamba, Feddal, Emerson Palmieri, Makienok e il fantasma Joao Pedro, tesserato negli ultimi minuti utili. E che dire del paraguayano Danilo Ortiz, arrivato a gennaio dal Cerro Porteno? Non ha mai messo piede in campo e adesso è in Argentina, al Godoy Cruz. La scheda di Transfermarkt dice che anche lì se lo filano poco e male (LEGGI QUI). Tutto questo scempio di mercato è passato l’anno scorso sotto silenzio grazie alla cessione monstre di Dybala. Purtroppo per Zamparini, nel Palermo di questa stagione un Dybala non c’è. Persiste invece un modo di operare sul mercato da stato confusionale permanente. Volete un simbolo di questo modo di agire? Ve lo si dà subito: El Kaoutari, difensore franco-marocchino giunto in estate dal Montpellier. Esordisce alla prima giornata nella gara del Barbera, e durante i minuti di recupero segna al termine di un’azione casuale il gol della vittoria. Quell’avvio fortunato gli permette di vivere per un po’ di rendita, tanto da farlo essere in campo per l’intera durata di tutte le gare disputate fino alla sosta di ottobre dedicata alle nazionali: 7 gare e 630 minuti. Ebbene, da quel momento in poi El Kaoutari non mette più piede in campo, Da totalista a emarginato. E adesso s’appresta a essere ceduto. Incommentabile. Venendo alle cifre, il primatista di presenze fra i nuovi è Hiljemark, che ha giocato tutte le 17 partite di campionato ma soltanto cinque intere. I suoi minuti in campo sono 1150. Segue con 15 partite e 1059 minuti Gilardino. giunto a Palermo in ritardo di condizione e costretto a un lungo periodo di ambientamento. Dietro di loro si piazzano due giocatori con lo stesso numero di partite e minuti di gioco nettamente diversi: Struna (1076) e Trajkovski (646). Con 9 partite e 586 minuti troviamo Goldaniga, giocatore lanciato fra i titolari dal nuovo tecnico Ballardini. Già detto di El Kaoutari, a 6 partite (e 279 minuti) c’è Brugman. A causa di un infortunio Djurdjevic ha potuto accumulare soltanto 4 presenze e 155 minuti. Chiudono la lista il portiere Colombi (1 partita e 90 minuti) e il brasiliano Cassini. Preso per essere mandato a giocare con la Primavera. Un altro Emerson Palmieri? Le cifre totali dei nuovi rosanero parlano di 85 impieghi su 237 (l’esonerato Beppe Iachini ha utilizzato soltanto due cambi nella gara di Bologna), il 35,8%. I minuti giocati dai calciatori giunti durante il mercato estivo sono 5671 su 16830, il 33,6%.

    Sampdoria – Le figurine di Ferrero. Dopo il mercato cinematografico di gennaio 2015, ecco quello extralarge dell’estate 2015. I risultati? La classifica dice che sono molto modesti, e anche le cifre sugli impieghi segnalano una situazione d’instabilità che sarebbe stato meglio evitare ai due tecnici cui il gruppo è stato affidato, prima Walter Zenga e poi Vincenzo Montella. I primatisti di presenze sono i due centrocampisti centrali Fernando e Barreto, fra i pochi punti fermi della squadra. Hanno giocato lo stesso numero di partite (16) e un numero di minuti quasi identico: 1402 per Fernando e 1363 per Barreto. Curiosamente, i due sono stati assenti nella stessa partita: quella persa a Frosinone. Per trovare i terzi in graduatoria bisogna scendere a quota 12 partite, quelle disputate da Zukanovic e Cassano ma con tempi molto differenti: 969 minuti il primo, 485 il secondo, che ha speso tutta la parte di campionato fino alla sosta di fine anno per recuperare una condizione fisico-atletica decente. A quota 11 partite troviamo Moisander (872 minuti), mentre a quota 10 c’è Carbonero (736 minuti) e a 9 Cassani (658 minuti). Quindi si passa al misterioso caso del diciassettenne Pedro Pereira. Arrivato a costo zero, viene lanciato da Zenga a gara in corso contro il Bologna alla terza di campionato, in sostituzione dell’infortunato Cassani. E da quel momento ne gioca cinque consecutive da titolare. Viene celebrato come la più bella scoperta della stagione doriana, un affarone. Ma poi a partire dall’ottava giornata viene messo da parte. Gioca soltanto uno spezzone di gara da titolare contro la Fiorentina e uno da subentrato contro il Milan. E adesso viene dato in predicato di andare alla Juventus. Qualcosa mi sfugge, dove sta l’errore? Per il portoghese lo score parla di 8 partite e 571 minuti. Andando in giù nella lista troviamo con 5 partite Lazaros (232 minuti) e con 4 a testa Bonazzoli (69 minuti) e l’inspiegabile Rodriguez. Lo spagnolo, retrocesso nella scorsa stagione con la maglia del Cesena, ha messo insieme la bellezza di 22 minuti. Per dire, il giovane Rocca, che di partite ne ha giocata solo una, ha accumulato più minuti di lui: 29. Chiudono la lista con 0 presenze i portieri di riserva Puggioni e Brignoli, e Kristicic, rientrato dai sei mesi al Bologna in B. Della sua emarginazione non sono state date spiegazioni. I numeri totali parlano di 108 impieghi riservati ai nuovi sui 238 totali, il 45,3%. I loro minuti giocati sono 7408 su 16830, il 44% secco. Ai conti della squadra blucerchiata vanno aggiunti i numeri della breve avventura in Europa League, preliminare disputato contro il Vojvodina Novi Sad. Nelle due partite Zenga ha usato sei nuovi. Quattro di loro hanno giocato per intero i 180 minuti: Cassani Zukanovic, Fernando e Barreto. Dietro di loro, incredibilmente, troviamo Kristicic: titolare e sostituito in entrambi i casi, per un totale di 138 minuti giocati. Situazione inversa per Bonazzoli, subentrato in entrambe le occasioni (33 minuti). Ai sei giocatori menzionati si aggiunge il portiere di riserva Brignoli, entrambe le volte in panchina. Dato che si sta parlando di due sole partite, per di più disputate in una fase molto precoce della stagione, non avrebbe senso elaborare percentuali su questi dati.

    Sassuolo – Se ha un senso parlare di programmazione, eccone qui un esempio. I neroverdi lavorano da anni su un gruppo consolidato (e italiano), e da una stagione all’altra inseriscono soltanto i rinforzi che servono davvero. Buoni giocatori capaci di dare il giusto contributo, ma soprattutto di integrarsi nel gruppo esistente. Le cifre sono uno specchio di tutto ciò. Il più presente fra i nuovi è Defrel, con 15 partite e 927 minuti. Dietro di lui c’è Politano, arrivato per fare la riserva ma sempre pronto alla chiamata di Di Francesco: i suoi numeri parlano di 12 partite e 511 minuti. A seguire c’è Duncan, che presenta cifre forse un po’ al di sotto delle attese: come Defrel è stato preso in estate per essere titolare, e invece fin qui ha giocato 11 gare e 683 minuti. Seguono Laribi (8 presenze e 358 minuti), Falcinelli (6 presenze e 185 minuti), e infine Pellegrini e Ariaudo con 3 presenze a testa (235 e 146 i minuti giocati). A contare davvero per la squadra emiliana sono il gruppo e il suo affiatamento di lunga durata. Lo dimostra la gara vinta contro la Juventus. Quella sera Di Francesco schierò una formazione composta soltanto da giocatori in forza al Sassuolo almeno dalla scorsa stagione. I nuovi entrarono soltanto a partita in corso: Defrel e Duncan a 20 minuti dalla fine, Laribi a 9 minuti dalla fine. I risultati del campo premiano queste scelte oculate di mercato. Presentando le cifre totali bisogna fare una precisazione: nel caso del Sassuolo come in quello del Torino i calcoli sono fatti su 16 partite anziché su 17, poiché le due squadre devono ancora recuperare la gara rinviata per nebbia. Gli impieghi dei nuovi sono 58 su 224, il 25,8%. Una percentuale che si riduce nettamente guardando ai minuti giocati: 3045 su 15840, il 19,2%.

    Torino – Un buon inizio, e da lì in poi una lunga fase di discontinuità chiusa in calando. Il discorso vale per la squadra di Giampiero Ventura nel suo complesso, ma lo si può applicare anche ai nuovi. I più utilizzati, con 15 partite a testa, sono stati Baselli (1182 minuti) e Acquah (901 minuti). Dietro di loro c’è Belotti, cui Ventura sta riservando un inserimento calibrato. Un po’ troppo calibrato, forse. Per l’attaccante le partite disputate sono 13, e i minuti 738. Molto calibrato anche l’inserimento di Zappacosta: 9 partite e 477 minuti. Da qui in poi si scende su valori minori. Con 4 partite si piazza lo sfortunato Avelar, partito da titolare ma messo fuori causa da un grave infortunio alla terza di campionato. Rientrato nell’ultima gara prima della pausa di fine anno, l’uruguayano ha totalizzato 228 minuti. Chiudono la lista Obi con 2 partite e 84 minuti, e Prcic con 1 partita e 18 minuti. Le cifre totali dicono di 59 impieghi dei nuovi su 222 (Ventura ha operato una sola sostituzione nella gara contro il Bologna), il 26,5%. I loro minuti giocati sono 3628 su 15840, il 22,9%.

     

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