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  • Il Milan ha trovato l’antidoto Seedorf. La parola agli opinionisti rossoneri

    Il Milan ha trovato l’antidoto Seedorf. La parola agli opinionisti rossoneri

    • Angie Borromeo

    L’esordio è avvenuto domenica 19 gennaio alle ore 20,45 nella gara casalinga contro il Verona di Mandorlini, attualmente in sesta posizione con 32 punti, 7 di distacco dal Milan. Dopo dieci anni passati ad indossare la maglia rossonera (2002-2012), l’ex centrocampista trentasettenne Clarence Seedorf, nel giro di soli cinque giorni, ha comunicato il suo ritiro ufficiale da giocatore, lasciando allibiti i tifosi della sua squadra brasiliana di Rio, il Botafogo, ed è partito per l’Italia per diventare il nuovo allenatore del Milan. A dispetto delle previsioni generali, l’era di Massimiliano Allegri è stata bruscamente interrotta prima della fine del campionato.

    Sono state sufficienti le variazioni tattiche di Seedorf per ridare spirito e vitalità alla squadra, e, soprattutto, regalare un’importante vittoria ai tifosi, adottando uno schema molto offensivo, un 4-2-3-1 in cui Mario Balotelli è stata inserito come unica punta, libero di spaziare, con alle spalle il tridente Robinho Honda e Kakà. Mentre la difesa è stata rimpastata inserendo al 56’ al posto di Bonera la riserva Matias Silvestre, lasciando Mexes in panchina nel ruolo di riserva della riserva.

    Calciomercato.com ha raccolto le opinioni di alcuni esperti di fede milanista per sondare gli umori dopo la prima partita del nuovo responsabile tecnico del Milan.

    Luca Talotta, giornalista di Leonardo.it, spezza una lancia in difesa dell’ex tecnico Massimiliano Allegri ritenendo che non fosse “il male assoluto, ma, come spesso capita, è l'allenatore a pagare. Il livornese ha cominciato la stagione già esonerato ed era inevitabile che prima o poi questo accadesse”.

    Ritiene Clarence Seedorf l’uomo giusto per il Milan dopo Allegri?

    “Su Seedorf ti dico: ha sicuramente una personalità maggiore rispetto ad Allegri e la fortuna di essere "amico" del presidente, due cose che al livornese mancavano. Il modulo che ha utilizzato domenica scorsa contro il Verona è stato un esperimento per tutti, perché il Milan raramente ha giocato con il 4-2-3-1. Sicuramente si è visto che Honda ha un ritmo diverso: giocare al fianco di Kakà e Robinho lo ha messo in difficoltà, l’ho visto molto più lento, deve trovare ancora i meccanismi”.

    A chi avrebbe affidato la guida tecnica della squadra rossonera?

    “Io personalmente avrei preferito Filippo Inzaghi. E’ un idolo per i milanisti, è libero sul mercato. Non comprendo il senso di prendere un allenatore che, fino a qualche mese fa, era fischiato dai suoi stessi tifosi, che avrà frizioni con qualcuno nello spogliatoio e, soprattutto, pagare un ingaggio così alto”.

    Secondo Lei, Seedorf potrebbe rivelarsi un Leonardo-bis, un traghettatore di “fiducia” in un momento di transizione della società che deve ancora trovare un progetto definitivo e, soprattutto, risolvere la vera crisi al suo interno?

    “Secondo me, a monte, c’è un altro problema: la poca chiarezza in seno alla società, con la faida Galliani-Barbara a farla da padrona. Mi chiedo perché ha parlato Barbara Berlusconi dopo la sconfitta nella gara Sassuolo-Milan, non rientrando tra le sue mansioni la parte marketing. Questa ennesima sovrapposizione di ruoli non porterà a nulla di buono in questa stagione che ritengo di totale transizione”.

    Riccardo Casali, giornalista e redattore di Milannews, è tra coloro che avrebbe voluto Inzaghi come successore di Allegri ma spiega le ragioni per cui è stato scelto Clarence Seedorf.

    “Era chiaro che Allegri ormai aveva il destino segnato. Con il senno di poi la scelta più logica, per lui e per la società, sarebbe stata quella di dirsi addio a giugno. Così non è stato e l'addio dopo Sassuolo era inevitabile, considerato anche il fatto che Berlusconi non ha mai avuto grande simpatia per il tecnico toscano, che in questi 3 anni e mezzo ha superato diverse difficoltà grazie a Galliani, figura che fungeva da scudo.

    Mentre Seedorf per prima cosa, e forse la più importante, gode della stima incondizionata e dell'affetto del presidente. Clarence è un positivo per natura, è un ''nato pronto'', come si definisce lui stesso. Non può non andare d'accordo con Berlusconi. E' vero non ha esperienza ma ha il carisma, l'intelligenza, e il curriculum che parla da solo, per catturare l'attenzione e farsi seguire dal gruppo rossonero, Balotelli in testa. Insomma Clarence ha la leadership naturale. Quella che nessun master, supercorso a Coverciano garantisce. Certo bisognerà vederlo all'opera da allenatore, ma avrà sei mesi di tempo per prendere confidenza con il nuovo ruolo. Fondamentale sarà in questo lasso di tempo dargli la possibilità di sbagliare. Quindi concludendo trovo che sia stato giusto portare Clarence sulla panchina rossonera e se arriveranno anche i risultati positivi, sarà stato meglio non attendere luglio”.

    Lei chi avrebbe scelto alla guida tecnica del Milan al posto di Massimiliano Allegri?

    “Pippo Inzaghi perché ha il profilo giusto per allenare il Milan. Per Pippo la panchina rossonera sarà solo una questione di tempo”.

    Ritiene che il modulo 4231 utilizzato nella prima gara da Seedorf sia adatto al Milan?

    “Secondo me è ancora presto per parlare di moduli definitivi. Il 4231 richiede una grande applicazione tattica, di sacrificio, di movimenti in copertura da parte di tutti gli attaccanti. Non so se l’attuale rosa potrà sostenere a lungo questo modulo. Certo si tratta di una scelta coraggiosa, in quanto offensiva. Scelta secondo me attuata da Clarence per dare un cambio di mentalità alla squadra, difensiva, del predecessore. Superata l'enfasi collettiva del cambio allenatore secondo me Clarence passerà a moduli più digeribili dai giocatori. Mario Balotelli come prima punta non mi convince: è un attaccante tatticamente anarchico, a cui piace svariare, andare a prendere palloni fuori dall'area, non dare punti di riferimento. Quando tornerà in forma Pazzini, credo e penso che Seedorf passerà al 4-3-1-2. Quest'ultimo modulo amato dal Clarence giocatore sarà molto probabilmente l'evoluzione tattica verso la quale si approderà”.

    Emanuele Bottoni, allenatore di calcio, ci ha rivelato che appena ha appreso dell’ingaggio di Clarence Seedorf, ha pensato: “Speriamo che Seedorf, conoscendolo, non si metta in testa di giocare con il 4 2 3 1”.

    Mister, perché ritiene che il modulo tattico del nuovo allenatore del Milan non sia adatto all’attuale rosa dei giocatori?

    “Faccio una breve premessa. Io vedo il calcio come lavoro, impegno, sacrificio, dedizione, allenamenti intensi e massacranti. Cose che, da anni, ormai, non sono più nel dna del Milan. Il Milan ha avuto un grande maestro, Arrigo Sacchi, che ha lasciato dietro di sé, per anni, la cultura del lavoro, poi sfruttata da Fabio Capello. Oggi, noto che al Milan si comportano come se avessero un top team. A parte il fatto che se vediamo gli allenamenti del Bayern ci rendiamo conto che, Top o non Top, bisogna lavorare ed applicarsi, come era ai tempi di Sacchi. Allenamenti, intensità, superamento della soglia della fatica. Tutte cose che poi, in campo, ti fanno dare di più e non ti fanno arrendere mai. Ti danno una identità tattica, ma anche mentale e caratteriale. Ecco, il Milan pecca in questo ed ora, non avendo una rosa competitiva, a maggior ragione. Con una rosa non eccelsa bisognerebbe lavorare il doppio.

    Nella prima gara contro il Verona il risultato positivo è stato portato a casa grazie all'ingenuità di Gonzales. Il Milan ha giocato con un 2 4 3 1 di fatto, con i terzini sulla linea dei due centrocampisti e tre mezze punte statiche. Inoltre, a mio avviso, Balotelli non è in grado di giocare come unica punta nel 4 3 3 o 4 2 3 1, anche se lui sostiene che sia il ruolo congeniale per le sue caratteristiche. Ma non tiene la palla, non dialoga con i compagni, sia lui che altri tre, almeno nella gara contro il Verona, sono stati statici e prevedibili e nessuno dei tre trequartisti ha le caratteristiche di rientrare e difendere. Cosi facendo la difesa si lascia sempre allo scoperto”.

    Mister, ritiene Seedorf un traghettatore per il Milan?

    "Non credo che lo sia, ma me lo auguro. Intanto va detto che l'arrivo di Seedorf non va confuso, come fanno in molti, con quello di Sacchi. Arrigo Sacchi aveva allenato le giovanili del Rimini, la Primavera della Fiorentina e il Parma. Seedorf non ha allenato mai, anzi sino a cinque giorni prima era in una squadra brasiliana a giocare. Credo che abbia fatto un corso on line e che possa allenare il Milan su deroga. Poi non amo gli allenatori tutto sorrisi, coccole e simpatia. A me non piace l'allenatore da pacca sulla spalla, ma semmai uno come Conte, la sua cattiveria, la sua bava alla bocca anche dopo l'ennesima vittoria. Le esternazioni sul campo sono solo mediatiche e servono a fare gossip e marketing. Il calcio è un’altra cosa. E oggi il Milan è in gran confusione. Non si capisce chi comanda, il Proprietario si è distaccato, la figlia e il collaboratore di decenni si combattono. L'Allenatore è stato scelto anche in questa ottica. La Proprietà si è ripresa Milanello con un uomo di fiducia. Non credo che Seedorf sia stato preso per fare il traghettatore, visto che ha un contratto con un ingaggio importante di due anni e mezzo. Escludo che a Giugno lo possano esonerare”.

    Dario Massara, telecronista di Sky, è fiducioso e ottimista: “ I risultati quasi sempre decidono il destino degli allenatori, è successo così anche per Allegri. La scelta del suo successore è stata coraggiosa ma ragionata. Seedorf è verissimo che non ha esperienza ma è altrettanto vero che da calciatore ha vinto tantissimo e ha avuto allenatori di primissimo livello. Non è scontato che si trasformi in una guida vincente ma l'appartenenza al Milan lo aiuterà. Anche il modulo utilizzato nella prima di domenica mi piace perché sfrutta al massimo la classe del reparto avanzato. Vedere contemporaneamente in campo Kakà, Honda, Robinho e Balotelli significa spettacolo puro. Sono convinto che sia stato scelto Seedorf per avviare un progetto di lunga durata e non sarà solo un traghettatore”.

    Lei chi avrebbe messo sulla panchina rossonera al posto di Allegri?

    “Nessuno. Io avrei tenuto Massimiliano Allegri.”

    Eddy Gava, portiere di scuola milanista, è entusiasta del cambio tecnico e sul futuro della squadra dice: “Clarence Seedorf ha ottime doti di comunicatore, che fanno sperare in un bella risposta dello spogliatoio e quindi in una squadra compatta sul campo. Tatticamente mi piace il modulo utilizzato nella prima contro il Verona e credo che faccia bene ad insistere. Poi sarà lui a decidere il meglio per il Milan e sicuramente lo farà. Ho fiducia in lui. Vedremo un Milan diverso anche senza stravolgimenti all’interno della squadra, utilizzando gli stessi giocatori”.

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