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  • Il mondo di Giampaolo: 'Sampdoria il momento più alto della mia carriera'

    Il mondo di Giampaolo: 'Sampdoria il momento più alto della mia carriera'

    • Lorenzo Montaldo
    Il mondo di Marco Giampaolo, in questo momento, si limita a due componenti. O meglio, tre: calcio, famiglia e Sampdoria. Dopo l'ultimo minuto dell'ultimo allenamento del campionato, però, il calcio scomparirà totalmente dal suo orizzonte, per ricomparire poi ad inizio ritiro: "Psicologicamente non posso staccare, il calcio per me ha perso ogni interpretazione ludica. Hai troppe cose alle quali pensare". Lo dice lui stesso, in un'intervista rilasciata a Il Secolo XIX. Una lunga chiacchierata in cui il tecnico blucerchiato ci porta alla scoperta del suo mondo: "Non è che mi sveglio al mattino e dico 'come fermiamo Icardi'... quello ce l'ho già in testa da giorni. Ma la mia preoccupazione è migliorare la preparazione della squadra. Il calcio è sempre presente nella mia giornata. Mi capita di scrivere schemi sulle tovaglie a pranzo o cena. Quanti bicchieri ho spostato... Da solo però no. Altrimenti mi ricoverano" scherza il tecnico.

    Al termine del campionato, però, al pallone non si pensa più: "Dopo l'ultima giornata non riesco a stare mezza giornata in più al centro sportivo. Ho la nausea. Non ho mai controllato i miei calciatori, fissato regole sulla loro vita privata. Se tu vieti, inviti a trasgredire. Però sono esigente in campo". La sua Sampdoria, però, gli sta togliendo delle soddisfazioni: "Questa squadra mi ha sempre dato risposte giuste. Anche nell'impegno settimanale. Non mi hanno soddisfatto due allenamenti in otto mesi. Mi specchio nella squadra e forse la squadra si è fatta volere bene anche per questo tipo di atteggiamento".

    Quello attuale, probabilmente, è il momento più alto della sua carriera: "Sicuramente la Sampdoria è il club più prestigioso, blasonato, che abbia mai allenato. Abbiamo costruito qualcosa che va portato a termine. Mancano nove partite, e la squadra deve lasciare l'odore dietro di sè. Ma i livelli non sono mai definitivi. Noi dobbiamo ripartire nella prossima stagione da quanti mattoni abbiamo messo in questa e migliorare. E' un lavoro che non finisce mai. Si, è il momento più alto per me. Però ricordo anche altre imprese, come la salvezza dell'Ascoli... il mio calcio non è mai stato improvvisato, ogni anno vado alla continua ricerca di perfezione, che a volte può diventare un limite, un difetto. Il mio difetto è che non godo mai dei momenti di soddisfazione... correre sotto la gradinata potrei anche farlo - conclude Giampaolo - ma non mi lodo mai di una vittoria. Perchè la considero sempre una tappa parziale". 

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