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  • Il parroco nel pallone: 'Io, la fede e i campioni'

    Il parroco nel pallone: 'Io, la fede e i campioni'

    • L.C.

    Dal 2006 è il parroco della Nazionale e della Fiorentina per volontà dell'ex direttore sportivo Pantaleo Corvino. Don Massimilano Gabbricci, 42 anni, castellano, parla al quotidiano Il Tirreno della sua esperienza con i calciatori, tra fede, tentazioni ed esempi che rimbalzano agli occhi delle nuove generazioni. È tornato in Valdelsa per qualche giorno. Ha trovato oltre alla madre, il padre e il fratello Giancarlo, tanti amici che hanno voluto salutarlo. Lui a casa in viale Togliatti non c'è mai, sempre pieno d'impegni e appuntamenti. Tante cene con gli amici, come quelli del Teatro del Popolo e del locale mai dimenticato, come il Gattopardo. Don Massimiliano è laureato in filosofia e teologia, insegna al liceo sportivo Alighieri di Firenze ed è il parroco dell'Immacolata e San Martino a Montughi a Firenze. Ama Firenze ma anche Siena e in molti non riescono a comprendere come possa avere feeling per due città notoriamente in contrasto a livello calcistico: «Sono un grande appassionato del Palio, una realtà che in Toscana ci deve rendere orgogliosi». Lui è il vice di Don Sergio Volpi, correttore della contrada della Lupa Il 26 maggio 2002 diventa sacerdote e per 4 anni è il vice parroco di San Gervasio e Protasio, proprio a due passi dallo stadio Artemio Franchi. Nel 2006 la morte del salesiano don Francesco Morelli apre le porte della Fiorentina a Don Massimiliano che riceve una chiamata da parte di Pantaleo Corvino. Impossibile dire no. Qui comincia la sua straordinaria avventura: «Sono da sempre un tifoso viola e l'apertura di Papa Francesco che ha testimoniato la sua passione per il San Lorenzo è l'ennesimo esempio nel fatto che non ci sia niente di male nell'avere una fede calcistica». Il suo rapporto con i giocatori «vede l'amicizia e la fede alla base. Penso al portiere Neto che è venuto a testimoniare il suo credo davanti agli alunni con straordinaria semplicità. I giocatori sono esempi, a prescindere dalla loro spiritualità. Devono capirlo e io per questo li aiuto. Con alcuni di loro ho sviluppato un rapporto che va avanti nel tempo, li ho preparati al matrimonio, sposati, i battesimi dei figli e avvicinati alla cresima. Fedi diverse e credenze spirituali di varia natura, penso al portiere Frey che è passato al buddismo ma che resta un mio grande amico, al cristiano ortodosso Stevan Jovetic, al cristiano evangelico Gaetano D'Agostino, Donadel, Cerci, De Silvestri, Dainelli, Zauri e Brocchi». L'ex centrocampista di Lazio, Milan e Fiorentina è fra i coinvolti nell’inchiesta del calcioscommesse: «Sono convinto che dimostrerà la sua estraneità ai fatti». La Nazionale italiana è un'altra avventura di don Massimiliano: «Quando Prandelli arriva a Coverciano passo spesso a salutare i ragazzi e sicuramente parteciperò a qualche amichevole in vista del Mondiale 2014 in Brasile. Il mister è una garanzia e rappresenta al meglio i valori che professo». Inevitabile l'argomento Balotelli: «Mario è un giocatore da sempre sotto i riflettori dei mezzi di comunicazione che cercano la notizia a tutti i costi. Va lasciato sereno, così come l'ho conosciuto» 

     

     

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