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Ruggito degli Agnelli: arbitri e Calciopoli, la Juve dichiara guerra alla Figc

Ruggito degli Agnelli: arbitri e Calciopoli, la Juve dichiara guerra alla Figc

Il silenzio stampa della Juve è durato ventiquattro ore. Nel giorno in cui Michel Platini ha colmato di lodi la sua antica società visitandone lo stadio-gioiello, Andrea Agnelli si è tolto il cerotto dalla bocca per dichiarare guerra totale alla Federcalcio. Calciopoli e i torti arbitrali sono i due fattori scatenanti di uno scontro frontale che non sfocerà nè in una tregua nè, tantomeno, in una pace.

Ci sono parole che pesano come macigni e, quando il presidente bianconero le ha proferite, a Giancarlo Abete saranno sicuramente fischiate le orecchie.

Agnelli dixit: "Riportare la Juve al successo è un'operazione che vale un grande sforzo. Lo stiamo facendo. Ci siamo resi conto che dobbiamo essere in grado di lottare contro tutto e tutti, consapevoli che la nostra forza è sufficiente per ottenere dei risultati. La Juve non dà fastidio, diverte e ci rende orgogliosi. Facciamo il nostro mestiere: competere per vincere. Se stiamo pagando per le lamentele fatte nei confronti degli arbitri? Non penso. Se guardiamo è dalla prima giornata che notiamo alcune cose. Con il Milan c'è una sana rivalità sportiva, tra le due società c'è sempre stata una grande convergenza politica".

Traduzione: caro Abete, è dalla prima giornata che gli arbitri ci tartassano e adesso ci siamo rotti le scatole. Così, se tu e la Federazione vi illudevate che potessimo soprassedere alle nostre iniziative giudiziarie sul fronte Calciopoli, potete scordarvelo, oggi più di ieri. Andremo sino in fondo, contro tutto e contro tutti.

Caro Galliani, dopo l'ultimo Milan-Juve ce le siamo dette di tutti i colori , ma finiamola lì. In Lega abbiamo trovato l'accordo che ha consentito a Beretta di sfangarla fino a giugno. Il resto è vita.

Scivolata a quattro punti dai rossoneri, in attesa di reincontrarli fra nove giorni a Torino, nella semifinale di Coppa Italia partendo dal 2-1 dell'andata, la Juve conta i suoi 14 pareggi e l'unico rigore accordatole in 27 gare, ce l'ha a morte con gli arbitri e ne ha ben donde, ma non molla.

Sono gli uomini di Nicchi, adesso che non possono più sbagliare. Il messaggio di Agnelli è forte e chiaro.

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com


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