C'è una parte del Naviglio, quello interista, che sorride grazie a un Mauro Icardi capace di trascinare i suoi compagni, grazie ai suoi 15 gol, al secondo posto in classifica. Ce ne un'altra che si dimena ma annaspa, crea tante occasioni ma non riesce proprio a trovare la via della rete. Con il pareggio a reti bianchi contro il Torino salgono a 4 le partite senza gol e senza vittoria del Milan in campionato. Inevitabilmente sul banco degli imputati finiscono i 3 attaccanti rossoneri che hanno totalizzato la misera quota di 5 reti totali nell'attuale stagione.

 

MANCANZA DI SERENITA' E QUALITA' - Nel post-gara Vincenzo Montella ha trovato due motivazioni alla scarsa vena realizzativa dei suoi attaccanti. In primis alla mancanza di serenità che non ti permette di fare la scelta giusta, come accaduto a Kalinic nel primo tempo quando ha sprecato una ghiotta occasione cercando l'assist invece che la conclusione in porta. Ma il vero problema è nella qualità, perché oggi al Milan manca proprio quella. I tanti acquisti fatti in estate avevano forse illuso sull'innalzamento del tasso tecnico  di una rosa che sta viaggiando molto al di sotto rispetto alle previsioni. Le grandi squadre si costruiscono intorno ad un grande attaccante e aver fallito questo obiettivo resta una delle macchie più pesanti della scorsa campagna acquisti. Avere o non avere un Alvaro Morata, un Pierre-Emerick Aubameyang fa tutta la differenza del mondo.

 

KALINIC-SAN SIRO, E' ROTTURA - A rendere ancora più incandescente il clima intorno al Diavolo ci ha pensato Nikola Kalinic. L'attaccante croato aveva iniziato bene la sua avventura con il Milan, quella doppietta rifilata all'Udinese è rimasta una pura illusione. San Siro lo ha bocciato di nuovo al momento della sua uscita dal campo con dei fischi assordanti, l'ex Fiorentina ha risposto con un applauso polemico. E' la prima, grave, rottura con il pubblico e che potrebbe portare anche a scenari clamorosi in vista del mercato gennaio. Perché il Milan, se ha intenzione di invertire la rotta, dovrà valutare la possibilità di un nuovo esborso per arrivare a un top player in attacco, con sei mesi di ritardo.