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  • Il Sudamerica vuole il Mondiale 16 anni dopo: Brasile e Argentina fanno paura

    Il Sudamerica vuole il Mondiale 16 anni dopo: Brasile e Argentina fanno paura

    • Furio Zara
    Il Sudamerica batte un pugno sul tavolo in allestimento verso i Mondiali. Stiamo stendendo la tovaglia e sistemando le posate, tutto è ancora in forno, mancano due mesi e molte cose possono cambiare, ma da questa prima tranche di amichevoli sono arrivati segnali forti. E vanno tutte in direzione del Sudamerica.

    L’Argentina
    appena ha deciso di accelerare il ritmo delle giocate si è sbarazzata dell’Italia con molta facilità. Era l’Argentina di Tagliafico, Lanzini e Otamendi, vale la pena ricordarlo; una Seleccion con più di un esperimento al vaglio e molte defezioni, alcune dettate dalla contingenza altre dalle scelte del ct. Eppure la qualità resta altissima, tanto che Sampaoli può permettersi di lasciare fuori due fuoriclasse del calibro di Dybala e Icardi (sarebbero titolari certi in qualsiasi altra nazionale, il ct cileno comunque tiene la porta aperta ma è chiaro che - stavolta più di tutte le altre volte - tutto ruota attorno a Messi e si sta bene attenti a non oscurare in nessun modo la luce della Pulga).

    Il Brasile ha superato in scioltezza la Russia: 3-0. Giusto per ricordarlo: Argentina e Brasile giocavano senza i loro migliori uomini, Messi e Neymar. Il ct Tite sembra aver dato alla Seleçao la solidità che mancava. Il famoso "Joga bonito" è uno slogan che va bene per la pubblicità, oltre il fumo c’è molto arrosto. Organizzazione più fantasia. Il Brasile ha trovato l’equilibrio e può contare, oltre al talento cristallino di Neymar, Coutinho e Gabriel Jesus, all’esperienza di Thiago Silva, Dani Alves, Miranda, Casemiro, Fernandinho e al valore aggiunto di due giocatori che - per il peso specifico che hanno - sono fondamentali: parliamo di Paulinho e di quel Willian che è di fatto entrato nell’élite dei migliori al mondo. E' una potenza di fuoco che ha pochissimi altri riscontri in giro per il mondo. Martedì il Brasile affronta la Germania a Berlino. Il test ci dirà chi tra le due oggi è più avanti.

    Avanti col Sudamerica: la Colombia ha vinto in Francia, in rimonta (Muriel, Falcao, Quintero), dimostrando personalità e qualità. Non ultimo, il Perù ha battuto la Croazia 2-0, una Croazia "italiana" con Manduzkic, Brozovic, Perisic, Strinic e Kalinic. Il tasso di difficoltà era alto, il Perù ha superato l’esame. La nazionale peruviana torna a disputare le fasi finali di una Coppa del Mondo dopo 36 anni: l’ultima volta nel 1982, in Spagna.

    Giusto per ricordarlo: le ultime tre edizioni dei Mondiali sono state vinte da squadre europee: Germania (2014), Spagna (2010), Italia (2006). Non solo: solo l’Argentina, nelle ultime tre edizioni, è riuscita a raggiungere la finale (persa con la Germania al Maracanà). Il Brasile del Fenomeno Ronaldo e di Rivaldo - ultima sudamericana - ha trionfato in Corea del Sud-Giappone nel 2002: 2-0 alla Germania.

    Stavolta al Mondiale di Russia il Sudamerica ha la possibilità di tornare a vincere un Mondiale «europeo» a sessant’anni dall’ultima volta: nel 1958 il Brasile del diciassettenne Pelè, di Didì, Vavà e dell’inarrivabile Garrincha, vinse la sua prima coppa del mondo in terra di Svezia. 

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