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  • Il verdetto più giusto| Arrivo alla pari

    Il verdetto più giusto| Arrivo alla pari

    Alcune cose sono chiare. Questa, per esempio: l’Inter è più ricca e forte della Roma e ha pure due punti di vantaggio. Mancando una sola partita al sipario, due punti non sono pochi. Ma sono anche quelli che la Roma doveva recuperare ottenendo un altro risultato dalla partita con la Samp. O che l’Inter poteva lasciar cadere all’Olimpico davanti alla Lazio, se i giocatori di Reja non avessero accolto l’invito di quanti stavano sugli spalti: il pari, quella sera, era il risultato più probabile, avendo già la Lazio battuto a Pechino l’Inter e perso solo per uno a zero a Milano. Una cosa è ciò che decreterà l’ultima giornata e un’altra ciò che poteva o doveva essere: un arrivo alla pari. Non abbiamo visto congiure ai danni della Roma: solo errori, fastidiosi, dannosi, ma non figli di complotti. Favori ha avuto un paio di volte la Juve, di sicuro ne ha goduto il Milan: poca roba, non in grado di determinare la sorte del campionato. Quest’anno non abbiamo festeggiato la rinascita degli arbitri italiani, però sulla loro onestà, sino a prova contraria, niente da dire. Ed è già molto. La Roma e l’Inter, a parte la gara dell’Olimpico, hanno avuto ciò che meritavano. Per l’esagerata squadra nerazzurra, siamo nella norma. E’ la Roma ad aver fatto più di quanto si potesse pensare. Grazie al brutto avvio spallettiano, che ha motivato in modo straordinario Ranieri e i giocatori. Per quanto ci riguarda, la Roma il suo campionato lo ha guadagnato e merita gli applausi e le lodi che si riservano ai vincitori, da Rosella al più umile dei custodi o magazzinieri. La Roma è stata certe volte troppo tenera di fronte a soprusi mediatici. Tocca a noi, allora, sottolineare l’ultima anomalia: Totti lapidato dalla stampa e dalla giustizia sportiva, Chivu ignorato. Eppure il gestaccio, reiterato, del giocatore interista era gravissimo e da inserire nel campionario delle provocazioni. Però la tivvù non l’ha mostrato. La Roma ricordi, per il futuro: una cosa è la classe e l’eleganza e un’altra la supina accettazione degli insulti. Insomma, quando ci vuole, ci vuole. Si parla già molto, troppo in verità, di mercato, distraendo giocatori che devono ancora chiudere la stagione. Personalmente, diciamo questo. Non si creda che la stagione che se ne va sia la prima di un ciclo. E’ l’ultima, semmai. Alcuni calciatori hanno dato tutto ciò che avevano. Altri potrebbero rigenerarsi altrove. E’ l’occasione giusta per studiare a fondo la situazione. Aprano dunque i libri tecnici, Conti, Pradè, Ranieri, la stessa Sensi: non sarà il caso di rinfrescare, rinverdire, far nascere la Roma del futuro? La Roma, se ci fate caso, potrebbe somigliare al Barcellona.

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