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  • In questo Napoli bisogna credere

    In questo Napoli bisogna credere

     

    Incredibile Napoli. Straordinaria passione azzurra. Venticinquemila al San Paolo (in pieno agosto) per la partitella aperta al pubblico. Ecco i primi gol di Lavezzi e Cavani. Bentornati. Ma il dato eccezionale resta l’entusiasmo dei tifosi. Gli abbonamenti vanno al rilento e forse manca qualcosina per accrescere le file ai botteghini (però molti napoletani sono in vacanza). Tuttavia il tifo per il Napoli rinnovato e che ha conservato i tre tenori è già in fibrillazione. Se arriva un “botto” in chiusura di mercato, le tessere schizzeranno alle stelle.

    Il “botto”, cioè l’arrivo di un attaccante di vaglia, quello che ancora manca al Napoli, sembra improbabile perché resta in sospeso la vicenda Rossi. Intanto, ecco Chavez e quel che è si vedrà. Se il Napoli non ha cercato e non cerca un altro attaccante forte, per raddoppiare a fianco di Cavani il potenziale offensivo, vuol dire che la pista-Rossi (25 milioni di euro) è ancora percorribile, magari a gennaio, magari per l’anno prossimo. Staremo a vedere. Pepito, intanto, ha fatto un partitone a Odense nella prima gara dei play-off di Champions. E’ scontato che, se il Villarreal andrà avanti nel torneo europeo, l’attaccante rimarrà in Spagna per tutta la stagione.

    Venticinquemila al San Palo, in diecimila annunciati lunedì sera al Camp Nou. E’ già un esercito di cuori che si muove. L’invito del Barcellona, che quest’anno ha scelto il Napoli quale avversario nel Trofeo Gamper, è un prestigioso riconoscimento del livello raggiunto dal club azzurro attraendolo nell’elite del calcio europeo. D’altronde, questa è la stagione della partecipazione alla Champions League, vent’anni dopo Maradona. Sicuramente il seguito che la squadra avrà nel regno del tiqui-taca reggerà il confronto con lo spettacolo dello stadio catalano. In campo, il compito arduo degli azzurri di rubare il pallone ai blaugrana che possono “nasconderlo” per una vita.

    A Madrid i Papa’s Boys, a Barcellona i boys di Mazzarri. In qualcuno bisogna credere. E in questo Napoli bisogna pur credere. Quando sarà rodato al punto giusto, mostrerà concretamente i vantaggi delle novità nel cuore del gioco, mentre Lavezzi promette un’annata di mirabilie, sollecitato dal palcoscenico della Champions, e Cavani è un fedelissimo sul quale non si discute. Si è legato al Napoli sinceramente. Ad Hamsik e Inler le bacchette di direttori d’orchestra.

    Col Barcellona, un “precedente” di oltre trent’anni fa. A fine agosto 1978, il Napoli ospitò la squadra catalana al “San Paolo”. C’era ancora Johann Cruyff al suo “addio” al calcio giocato. Era il Napoli di Castellini, Savoldi, Bruscolotti, Ferrario (che arrivò nel Napoli a 18 anni e disputò 11 campionati in maglia azzurra), Vinazzani, Pellegrini.  Ricorda Claudio Vinazzani: “Fui destinato a marcare Cruyff. Lo feci con le buone e le cattive. Un giornale di Torino, il giorno dopo, scrisse che ero stato un macellaio. Fu proprio un mio fallo da rigore su Cruyff a portare in vantaggio il Barcellona”.

    Il pareggio (1-1) fu di Moreno Ferrario che ricorda quell’amichevole così: “Non era ancora il Barcellona strepitoso di quest’ultimo periodo, ma era sempre una formazione di campioni. Dopo il rigore dei catalani pareggiai con un colpo di testa. Fu il mio primo gol col Napoli, perciò lo ricordo benissimo”.

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