Più che una pace sembra una tregua. Il successo contro il Twente ha salvato la panchina a Rafa Benitez ma al tempo stesso confermato quanto sia conflittuale il suo rapporto con la dirigenza nerazzurra. É una fiducia a gettone, se l'allenatore nerazzurro riuscirà a vincere il Mondiale per club riempirà il suo “salvadanaio virtuale”, altrimenti si tornerà a parlare di sostituti. I motivi di contrasto li ha ribaditi Massimo Moratti proprio mercoledì sera: "Bisogna che i giocatori non si facciano più male, per il resto sappiamo che Benitez è un ottimo allenatore". I cocci sono stati rotti in infermeria. Era già successo ai tempi di Roberto Mancini, la gestione degli infortunati e in particolare dei tempi di recupero, infatti, avevano creato un clima di forte imbarazzo all'interno della squadra.

José Mourinho anche  in questo caso può vantare un primato: è l'unico allenatore ad aver convinto il presidente nerazzurro a dargli carta bianca anche in questo settore. Quando Mancini chiese il licenziamento di Combi per promuovere il medico della Primavera dr. Panico ottenne in cambio l'esatto contrario: Combi firmò un nuovo contratto di ben 5 anni e a lui invece venne dato il ben servito.

Benitez sperava di avere lo stesso potere del portoghese, ma si è dovuto presto ricredere. Dopo il derby ha iniziato a capire il senso delle parole di Trapattoni che definì l'Inter una centrifuga che prosciuga ogni allenatore.