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  • Inter: Biglia meglio di Paulinho

    Inter: Biglia meglio di Paulinho

    • Mauro F. Giorgio

    A poco meno di due giorni dalla chiusura della sessione di mercato invernale l’Inter, a differenza dei movimenti in uscita (Sneijder e Coutinho), non ha dimostrato di aver le idee chiare sugli acquisti da effettuare, soprattutto a centrocampo, reparto oggettivamente deficitario anche alla luce del brutto infortunio occorso a Mudingayi durante il posticipo col Toro. Moratti e Branca glissano con malcelata preoccupazione sull’affaire Paulinho, liquidando giornalisti e addetti ai lavori con frasi di circostanza dal tenore però inequivocabile: “Il Timão gioca al rialzo, l’ipotesi Paulinho per il momento salta”.

    Utilizzare come paravento per i tifosi nomi di indubbio interesse in chiave più che altro futuribile quali Bellomo, Icardi, trasla certamente l’argomento, ma non nasconde la criticità di un autentico punctum dolens come quello del (o dei) centrocampista mancante. In quest’ottica nel recentissimo passato, in una girandola di figurine erano state capate da un mazzo invero striminzito, quelle di Kuzmanovic dello Stoccarda e di Biglia dell’Anderlecht, proprio per rimpolpare la zona di campo in oggetto, sempre più priva di soluzioni credibili.

    Non convincendo troppo Kuzmanovic, considerato che lo svizzero di origine serba non convince neppure tanto il suo allenatore Bruno Labbadia che nelle ultime gare lo ha tenuto in panchina, è riemersa in qualche modo la pista che conduce all’argentino Biglia. Cerchiamo allora di capire che tipo di centrocampista è Lucas Rodrigo Biglia, se e in che modo potrebbe far comodo all’Inter, sempre che ci siano motivazioni giuste da ambo le parti e tempi tecnici sufficienti.

    Innanzitutto c’è da considerare una clausola rescissoria posta dal presidente dell’Anderlecht Vanden Stock fissata a 8 milioni di euro, non insormontabile per le attuali possibilità di Moratti e soci ma di sicuro vagliabile alla luce di eventuali bonus e ingaggio non inferiore ai 2 milioni di euro. Al di là dei fattori economici, Biglia, 27 anni domani, ex Argentinos Juniors e Independiente, da ben sette stagioni all’Anderlecht nonché capitano della squadra, 6 presenze in Nazionale, è un regista di rara eleganza che riesce a conciliare tecnica e muscolarità e che farebbe comodo, per duttilità e prerogative, a qualsiasi grande squadra.

    E’ soprannominato dai tempi dell’Argentinos Jrs. “El principito” sia per le sue atipicità somatiche (capelli biondi, occhi chiari e carnagione eterea), sia per le sue indiscusse doti di leader in mezzo al campo, uno di quei giocatori à la Passarella per quanto riguarda autorità o, in tempi più recenti, Mascherano (altro grande rimpianto interista del periodo Benitez) per l’intelligenza tattica. Destro sontuoso, viene utilizzato dal tecnico Van Den Brom come mediano basso nel suo 4-2-3-1 in compagnia di Kljestan, regista vecchio stampo un po’ come il reinventato Pirlo che agisce davanti alla difesa ma a cui è affidata oltre alla costruzione della manovra una micidiale licenza di offendere. Riesce perfettamente a svolgere le due fasi, dinamico, corridore instancabile e dotato di un enorme senso della posizione. Interessanti capacità d’inserimento e di geometria anche tra le linee, fromboliere notevole dal tiro non precisissimo come quello dell’Andrea nazionale ma di grande potenza, la sua più invidiabile capacità rimane quella dell’assist “imbucato”, una vera e propria perforatrice da aree di rigore. Considerando un cartellino di gran lunga più economico di Paulinho e la completezza del giocatore, non sappiamo francamente quali siano gli indugi di Corso Vittorio Emanuele nel prendere i contatti con l’RSC Anderlecht.

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