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  • Inter, Brozovic: 'Conta solo vincere il derby. Juve? Vale meno'
Inter, Brozovic: 'Conta solo vincere il derby. Juve? Vale meno'

Inter, Brozovic: 'Conta solo vincere il derby. Juve? Vale meno'

Intervistato dal giornale croato Jutarnji, Marcelo Brozovic ha tracciato un bilancio dei suoi primi mesi in nerazzurro: "Qui si lavora molto sulla tattica. Con Mancini occorre coprire ogni metro del campo. Alla Dinamo invece avevamo meno stress - riporta FcInterNews.it - Parlavo in inglese con Mancini, Simunic è stato un buon insegnante. Sono felice di essere arrivato in un grande club che ha alle spalle una grande tradizione. Il nostro obiettivo è rientrare in Europa. Abbiamo ottenuto tre vittorie di fila, in Europa League siamo in corsa. Quando sono arrivato all'Inter la prima cosa che mi è stata detta è che il 19 aprile giocheremo contro il Milan. È la sfida più importante, tutto il resto è secondario, anche la Juve. Ho un po' timore del palcoscenico, ma quando entro in partita il nervosismo sparisce".

Brozovic poi rivela anche quali siano i propri idoli calcistici: "Modric è il miglior centrocampista d'Europa, e poi c'è Yaya Touré. Ma il mio modello è Lampard, anche se la sua carriera è quasi alla fine. Io ho sempre voluto giocare come lui. In Italia a centrocampo Pirlo, ma Pogba è incredibile, in questo momento il miglior giocatore del campionato italiano".

Milano è un posto nuovo, una città che Marcelo sta imparando a conoscere grazie all'aiuto di un amico: "Con Kovacic a poco a poco sto scoprendo Milano, insieme giochiamo anche alla Play Station. Non dimentico mai la Croazia. Mateo mi ha dato supporto sin dal primo giorno, parla benissimo l'italiano e io sto già capendo tante cose. Mi servono almeno tre mesi per imparare, ma già mi piace.Adoro i ristoranti italiani, la pasta è il massimo, ma ora sono diventato dipendente del sushi. All'inizio non mi piaceva, non ne avevo mai mangiato, sono stato convinto da Kovacic. Poi mi piace il relax che c'è qui in Italia e le ragazze sono attraenti. Tutti non vedono l'ora di farsi una foto, mentre a Zagabria nessuno me lo chiedeva. E invece qui non si può respirare".
 

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