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  • Inter fuori a testa alta, ma il ciclo è finito. Ora Moratti deve rifondare la squadra

    Inter fuori a testa alta, ma il ciclo è finito. Ora Moratti deve rifondare la squadra

     

    La fortuna è cieca, ma la scalogna ci vede benissimo, dicono. Hanno ragione.

    L’Inter, campione d’Europa soltanto due anni fa, è stata beffardamente eliminata dal Marsiglia che nulla ha rubato a San Siro, ma ha castigato gli errori e le contraddizioni di una squadra da rifondare nel 2010 e, adesso, tutta da rifare.

     

    La partita con l’Om è il paradigma di una stagione disgraziata, nata male e proseguita peggio. Le due palle gol di Sneijder e Milito, incredibilmente sventate da Mandanda nei minuti iniziali; il primo tempo pancia a terra e la ripresa sofferta, eppure combattuta con orgoglio e grinta degne di un gruppo di Eroi maledettamente stanchi; l’illusione Milito, la puntura letale di Brandao che, da quando è tornato dal prestito al Gremio, aveva segnato soltanto un altro gol per una squadra reduce da quattro sconfitte consecutive in Ligue 1.

     

    Ranieri ci ha messo del suo, continuando a cambiare formazione, puntando sui cavalli bolsi (Sneijder e Forlan prima di tutti). Ma è un errore addossare tutte le responsabilità al tecnico la cui squadra non ha più espresso un gioco degno di questo nome.

    Un anno fa lo Schalke 04, adesso il Marsiglia, ottavo in classifica nel campionato francese a 19 punti dal Psg di Ancelotti: l’Europa prende a calci l’ex padrona senza nessun riguardo per il club che, nell’anno solare maggio 2010-maggio 2011 aveva conquistato 6 trofei e ora si ritrova con un pugno di mosche in mano.

     

    Moratti dovrà fare ciò che non gli riuscì dopo la notte di Madrid. Doveva congedare i Veterani come Julio Cesar, Maicon, Cambiasso, Zanetti, Milito, Stankovic e tenere Balotelli: ha tenuto tutti tranne Mario. Ora deve ingaggiare almeno tre grandi campioni, scegliere un allenatore e ascoltarlo una buona volta. Benitez, Gasperini e Ranieri non hanno avuto questa fortuna; Leonardo se n’è andato prima del diluvio.

     

    L'impresa sarà particolarmente dolorosa e onerosa: uscire da questa Champions e non partecipare alla prossima, a occhio e croce significherà un mancato incasso di almeno 30 milioni di euro, considerando solo la fase a gironi.

     

    Chiunque sia la nuova guida (Blanc, Guardiola, Capello, Montella, Zenga), non avrà fortuna se non verrà messo nella condizione di lavorare in pace.

    L’Inter sarà anche pazza, ma il verdetto del campo non lo è affatto. La squadra è uscita di scena a testa alta, vittima delle sue scelte sbagliate, dell’inutile rincorsa al clone di Mourinho che non esiste perché Josè è unico, di una cessione scellerata qual è stata quella di Eto’o (37 gol in 52 partite), il più forte del mondo dopo Messi.

    Il suicidio è cominciato il giorno in cui Samuel è stato venduto all’Anzhi. Non doveva essere ceduto nemmeno per 60 milioni. Pare che l’Inter ne abbia presi meno della metà. Poi c’è ancora chi si stupisce che sia stata fatta fuori dal Marsiglia. Il calcio non è una scienza esatta, ma nemmeno bugiarda.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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