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Inter, Gabigol è il tuo Aristoteles: Pioli sarà il suo Oronzo Canà?

Inter, Gabigol è il tuo Aristoteles: Pioli sarà il suo Oronzo Canà?

  • Angelo Taglieri
"Un angolo per chi ha la visione del calcio di Nick Hornby, per chi vive la partita come un film, per chi reputa Babangida il miglior calciatore della storia. Un piccolo mondo per chi non ha scritto calcio con il pallone tra i piedi, ma con una penna tra le dita, una telecamera sulla spalla o un joystick in mano, per quelli cresciuti a pane, nutella e Holly e Benji . Il calcio visto con gli occhi, e gli occhiali, del Nerd". 

Vent'anni e sei il re. Hai tutto: fama, gloria, soldi, successi, la famiglia al tuo fianco e un soprannome da urlo. Vivi a San Paolo, hai appena vinto un oro olimpico, storico per il tuo paese, e hai tutti i grandi club che ti inseguono per portarti in Europa. Alla fine, la spunta la Milano nerazzurra, terra di pioggia, nebbia e panchine traballanti, nella quale ti presenti con un sorriso vincente e splendente come l'oro che sfoggi al collo. Il soprannome viaggia con te e attira tutti, da subito, grandi e piccini: Gabigol. Geniale abbinare il tuo nome alla parola che nel calcio conta di più... Peccato che all'Inter questo ventenne brasiliano perda la serenità degli inizi, soffocato dalle tante attese e equivoci tattici, e anche il suo nickname, tornando a essere un Gabriel Barbosa Almeida qualunque. Questo almeno fino a domenica...

MERCATO, SAUDADE E ARISTOTELES -  A gennaio, dopo qualche spezzone senza gol, tutti parlavano di un ritorno a casa, in quel Santos dove si è fatto calciatore, con quella tipica saudade brasiliana tanto romantica quanto, a volte, dannosa. Se il sorriso degli inizi raccontava la felicità con la quale tuffarsi in una nuova avventura, gli occhi raccontavano le difficoltà di un giovane spaesato che ha perso le sue certezze. Un po' come Aristoteles. Sì, proprio lui, la stella della Longobarda di Canà. Arì soffre, piange, vuole lasciare l'Italia, ha già le valigie in mano e il sedere comodamente appoggiato sul sedile del treno per fuggire in aeroporto e prendere il primo volo, sul quale dimenticare il calcio, la Serie A e quel mercato che lo aveva strappato al suo paese. Ma ecco che subentra il mister, Oronzo Canà. Calore e coccole, fiducia e complicità, sorriso ritrovato e gol. E un motivetto che è storia: "Brasil la nostalgia du Brasil. Brasil sta lì, l'Italia aqui. Arì. Arì. Aristoteles adesso adesso dorme aqui. Arì. Arì. Sognà. Sognà. E speriamo che domenica vuoi segnà! Magar. Magar. Cicos, cicos, Canos, Canos...".

TIFOSI E IL METODO CANA' - Qui tra il calciatore e il tecnico si è inserito, di prepotenza, il pubblico, che sin dall'inizio ha avvolto con il proprio calore l'infreddolito brasiliano, tra applausi scroscianti, "oooooh" di stupore e occhi sognanti. Pacche, ideali, sulle spalle per questo Aristoteles nerazzurro: il tifo interista ha adottato il metodo Canà. Domenica un gol pesante,  il primo, contro il Bologna al Dall'Ara, festeggiato insieme alla gente che lo ha adottato. "Obrigado". Un gol per la Champions, quel difficile obiettivo che l'Inter vuole raggiungere, perseguire, ottenere. E Gabigol può essere la scheggia impazzita di Stefano Pioli, che ha diversi mesi per togliersi di dosso i panni del tecnico-impiegato e indossare quelli del Vate della Daunia, diventando così l'Oronzo Canà di Gabigol. E, chissà, magari intonare: "Gabì, Gabì, Sognà. Sognà. E speriamo che domenica vuoi segnà! Magar. Magar. Cicos, cicos, Canos, Canos...".

@AngeTaglieri88

 

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