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  • Inter, Joao Mario e Brozovic: prego, quella è la porta

    Inter, Joao Mario e Brozovic: prego, quella è la porta

    • Pasquale Guarro
    L’Inter si è illusa più volte e più volte ci ha sbattuto il muso. E così anche gli allenatori che via via si sono alternati sulla panchina nerazzurra, dapprima attratti dalle doti tecniche e successivamente delusi dall'inguaribile discontinuità. Non serve girarci troppo intorno: Brozovic e Joao Mario non rappresentano per l’Inter due soluzioni, bensì una serie indefinita di problemi. Perché da sempre fidarsi espone a maggiori rischi, in qualche modo scopre il fianco.

    BROZOVIC, SEGNI DISTINTIVI - Due storie diverse quelle di Brozovic e Joao Mario, che però confluiscono entrambe in una scatola vuota di contenuti. Da ormai tre anni a Milano, il croato tarda a mostrare segni di maturazione: colpi pescati dal cilindro e sparizioni degne di Copperfield. Capita a volte di doverlo cercare per mesi senza mai ritrovarlo (in campo, si intende). Impresso negli occhi degli interisti l’incedere ciondolante e quel dinoccolato modo di sbracciarsi in segno di lagnanza, mentre a un passo da lui il gioco scorre veloce. L’ex Dinamo Zagabria è sul mercato da oltre un anno e nel tempo si è sentito di tutto circa la sua valutazione. La verità è che tutti hanno occhi per guardare, anche i direttori sportivi degli altri club. Probabilmente una quindicina di milioni per lui sarebbero oro colato. 

    JOAO MARIO, CERCASI PERSONALITA' - Joao Mario è giunto a Milano da campione d’Europa. All’ombra della Madonnina lo ha condotto Kia Joorabchian, che ai tempi intratteneva grandi rapporti con Suning e che ha convinto Zhang Jindong a strappare un assegno da 45 milioni di euro in favore dello Sporting Lisbona. Era lecito attendersi qualcosa dal portoghese, qualcosa che finora non si è mai vista. Prima il periodo di adattamento, poi i troppi cambi in panchina, successivamente i problemi di tonsillite e infine la sua volontà di andare altrove. Questo quanto andato in onda sugli schermi del gran cinema Meazza. La personalità, quella, non si è mai vista. 

    DUE CERTEZZE - Brozovic e Joao Mario hanno offerto all’Inter due certezze: la prima è che su due così non si può basare un progetto a lungo termine;  la seconda è che possono farti vincere una partita e poi scomparire per mesi. Inoltre circolano voci (per dovere di cronaca, più da parte di Joao Mario che di Brozovic) circa la loro insoddisfazione e la volontà di volare verso altri lidi. Prego, quella è la porta.

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