C'era una volta l'Inter che vinceva, l'Inter dei campioni, l'Inter delle certezze. C'era una volta e non c'è più. Ce ne sarà un'altra, sicuramente vincente, ma dell'Inter che fu di Mourinho, a livello di uomini, di gioco e di filosofia, dopo questa finestra di mercato resterà ben poco. Moratti proverà a limitare una diaspora che sembra inevitabile e forse, per il numero di giocatori che andrà via, imprevedibile. L'addio sorprendente di Leonardo, discutibile nei tempi, nei modi e nei toni, sarà seguito da quelli di altri big che in questi giorni hanno lanciato più di un segnale: Maicon, Motta, Sneijder, Eto'o e, notizia fresca di giornata, Lucio. Senza dimenticare Pandev, che l'Inter vuole usare come pedina di scambio.

L'Inter targata 2011-2012 rischia di dover fare a meno, per diversi motivi, di sei undicesimi dell'undici titolare di Mourinho, di cinque degli undici che hanno iniziato la finale di Champions di Madrid. Quest'estate rischia davvero di essere rigirata come un calzino, con tanti giocatori nuovi, oltre che ad un nuovo tecnico. Moratti si troverà a cambiare buona parte dei giocatori chiave in un paio di mesi, mandando all'aria un progetto di rinnovamento graduale che era iniziato con gli arrivi di Pazzini e Ranocchia. Ci sarà un tecnico nuovo, con idee di gioco diverse, e dei giocatori nuovi. A loro il compito di non rendere la prossima stagione utile solo per le statistiche.