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  • Inter, Mancini passa al contrattacco

    Inter, Mancini passa al contrattacco

    Risposte piccate, sorrisi beffardi, pause, toni poco placidi: si è presentato così Roberto Mancini in sala stampa, con l’aria sdegnata, pura di chi è quasi stremato di dover delle risposte a chi in fondo ne capisce ben poco del suo lavoro. Perché schierare Santon difensore di una retroguardia a tre, Kondogbia interno di centrocampo o Icardi, Kovacic ed Hernanes esterni, secondo l’ex tecnico del City, non influisce poi troppo sul risultato finale: “A volte parlate senza neanche sapere cosa state dicendo, lo schieramento non cambia e non incide sulla gara, alla fine in campo i giocatori sono sempre undici. Ma in Italia parliamo sempre di difesa a tre o a quattro”, risponde l’uomo di Jesi, smascherando ancora una certa malinconia verso paesi lontani. 
     
    FASTIDIO TANGIBILE - La semeiotica è fin troppo chiara, non occorre il parere di un esperto che analizzi segni e sintomi figli dell’atteggiamento di Roberto Mancini. C’è fastidio nelle parole del tecnico, un malessere che prende probabilmente origine dalle tante, forse troppe critiche ricevute dopo la brutta batosta subita contro la Fiorentina: “É stata forse la nostra gara migliore. Voi le riguardate le partite? Perché se lo fate potete accorgervi quanto il risultato maturato sia assurdo”, ha dichiarato Mancini rimproverando i giornalisti di troppa superficialità nei giudizi.
     
    NON CAPITE NIENTE  - Una conferenza stampa che segue un’unica traccia dall’inizio alla fine: l’allenatore sono io, voi parlate di calcio, ma in realtà non ne capite niente. Pressappoco questo il senso delle parole del tecnico, che in pochi secondi sgretola anche quelle certezze che esistono da sempre: il giornalista domanda, l’allenatore risponde. I ruoli sono sempre stati molto chiari. Una consuetudine che ultimamente tra gli allenatori sta prendendo piede, Mihajlovic e Allegri lo testimoniano: alle domande scomode si risponde con saccenza, per dribblare gli inconvenienti e sminuire le proprie responsabilità. 

    L'OBBLIGO DEL MISTER - Intanto domani l'Inter sarà impegnata contro la Sampdoria di Walter Zenga. La squadra dovrà mostrare segni di reazione su un campo storicamente sempre molto complicato. Un test che potrà chiaramente indicare se l'Inter è diventata grande o se i nerazzurri sono ancora alla ricerca di sé stessi. Mancini avrà l'obbligo di trovare la giusta collocazione tattica ai vari Kondogbia, Perisic e Telles, calciatori che ha fortemente voluto e che per un motivo o per l'altro non sono riusciti ancora a rendere quanto invece ci si aspettava. Noi come al solito cercheremo di raccontarvi la gara, ammesso che riusciremo a capirci qualcosa. 

    PG

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