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Inter, Rafinha serve più di Ramires

Inter, Rafinha serve più di Ramires

  • Luca Bedogni
Rafinha non gioca dalla partita col Granada dello scorso aprile. Schierato mezzala sinistra da Luis Enrique, intorno al quarto d’ora inizia ad accorciare piano sugli avversari, sembra zoppicare, si accascia; ha chiesto il cambio per un problema al menisco. Ormai sono passati 8 mesi da allora, e Rafinha non è più apparso in gare ufficiali. Le sue statistiche si fermano alla stagione 2016/2017. Da una quarantina di giorni tuttavia ha ripreso ad allenarsi a pieno ritmo, ma Valverde ora si coccola la soluzione Paulinho, l’ultimo arrivato Coutinho, e con tanta abbondanza può persino concedersi il lusso di stornare lo sguardo dal caso Dembélé, che si è infortunato di nuovo, e starà fuori per altre 3/4 settimane. Insomma, al momento Rafael Alcantara do Nascimento, fratello di Thiago, non rientrerebbe nei piani del tecnico blaugrana. Al che si è fatta viva l’Inter, come tutti sapete, Inter che però nel frattempo continua a pensare anche a Ramires, centrocampista dello Jiangsu Suning di Fabio Capello. Proprio Capello, intervistato in queste settimane, ha paragonato il suo giocatore a Kanté, aggiungendo però che oltre a esser bravo come il francese in interdizione, Ramires ha capacità d’inserimento maggiori e, per conseguenza, qualche gol in più nel repertorio. L’obiettivo principale, nondimeno, sembra essere Rafinha, Rafinha il convalescente. E non solo per le note lungaggini che separano Ramires dall’Inter. Malgrado l’infortunio, la duttilità del classe ’93 del Barcellona, l’estro e le abilità mostrate ne fanno un profilo assai intrigante per Spalletti, soprattutto alla luce della crisi che sta attraversando la sua squadra, una crisi dovuta proprio a una mancanza di fantasia dalla trequarti in poi. Ma Rafinha è un trequartista? Ieri La Gazzetta dello Sport disegnava una formazione con Ramires nel doble pivote e Rafael Alcantara dietro Icardi. E’ una possibilità.

RAFINHA CON LUIS ENRIQUE - In realtà Rafinha ha giocato prevalentemente o da mezzala (destra o sinistra) o da esterno destro. Questo perché, tanto al Celta Vigo (2013/14) quanto al Barcellona negli ultimi anni, l’allenatore che lo ha fatto crescere come professionista, cioè Luis Enrique, ha sempre prediletto il 4-3-3. E nel 4-3-3 il trequartista come lo intendiamo comunemente, o anche solo come lo intende Spalletti, manca. Le mezzali e gli esterni, tuttavia, si trovano in molti casi a ricoprire una funzione simile. Come qui sotto Rafinha in versione mezzala sinistra, contro Las Palmas, il 14 gennaio 2017.



Ecco un inserimento tra le linee lungo il corridoio di mezzo tra punta centrale (Suarez) ed esterno alto della stessa catena (Arda Turan). Rafinha riceve da Jordi Alba e avanza palla al piede fino a costringere il terzino amarillo a stringere verso il centro e contemporaneamente a dare le spalle ad Arda Turan. Per il brasiliano, è il momento di chiedere una triangolazione al turco. 



L’uno-due provoca degli effetti: il terzino si è aperto sul numero sette blaugrana e viene tagliato fuori, mentre il centrale ritarda su Rafinha, che ora può puntarlo avvantaggiato dallo spazio creatosi. La percussione del brasiliano è ben diversa da quella che potrebbe fare in casi come questi Borja Valero. L’ex centrocampista della Fiorentina, dopo un affondo così dispendioso, di rado proverebbe a rincarare con l’uno contro uno, perché ormai si conosce (ed è questa la sua forza). Rafinha invece può, ha gamba per farlo. Ha il cambio di passo



In più Rafinha, come tutti i veri brasiliani, sa improvvisare nel corto, negli spazi stretti. E così termina l’azione personale offrendo a Suarez un degno suggerimento.



RAFINHA NELLA REMUNTADA - A Barcellona, quando si trattò di ospitare il PSG dopo il 4-0 del Parco dei Principi, (passiamo dunque all’8 marzo del 2017), le scelte di Luis Enrique divennero estreme. Il 4-3-3 non era sufficientemente offensivo. Serviva il... 3-5-2? Ma guardate a modo chi sono i laterali di centrocampo... Date le attitudini di Neymar e Rafinha, forse non sarebbe meglio parlare di 3-3-1-3, o al limite di un 3-3-4? Fatto sta che in questo frangente disperato e memorabile Rafinha venne schierato esterno destro. Un ruolo che ha interpretato moltissime altre volte (anche nel più ortodosso 4-3-3), e di cui sa essere ottimo interprete, grazie alle sue capacità di dribbling, di tiro e di ultimo passaggio.



L’ INTER HA BISOGNO DI UN MANCINO - Infatti dopo soli due minuti di gioco, fu proprio Rafinha a dare il via alla remuntada. Non direttamente con un gol, bensì mettendo in area col suo mancino quel pallone prezioso su cui si sarebbe avventato Suarez. Va sottolineato il movimento ad accentrarsi effettuato dall’esterno brasiliano appena prima del cross. Sarebbe l’unica soluzione vera e alternativa al destro ridondante di Candreva.



Anche in campionato il Barcellona ripropose lo stesso modulo leggendario, ad esempio il 19 marzo, contro il Valencia (gara vinta 4-2). Ci stiamo riavvicinando al fatidico aprile. Sotto trovate l’espediente tattico studiato da Luis Enrique per garantire alla squadra equilibrio durante le transizioni negative. Così il Barca sembra un 4-4-2, vero? Tipo quello dell’Inter... Osservate però a modo chi fa il terzino destro, qui: Rakitic, la mezzala. Non solo: in concomitanza, a Rafinha è richiesta la diagonale a centrocampo.



RAMIRES IN CINA - Una considerazione finale per riprendere (chiudere?) l’argomento Ramires. L’arrivo del centrocampista dello Jiangsu Suning, se unito a quello di Rafinha come voleva la Gazzetta, produrrebbe forse qualche bocciatura ingenerosa. Gagliardini a parte, il cui rendimento è ancora al di sotto di quanto si era potuto apprezzare a Bergamo, non credo che uno tra Vecino e Borja Valero meriti di restare fuori dall’undici titolare. Anche perché il centrocampo nerazzurro è stato pensato e costruito su di loro, sulla loro intesa e compresenza. Inoltre Ramires, che nell’immagine vedete in mediana in un 4-4-2, rischierebbe di risultare, per compiti e funzioni, un doppione di Vecino.




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