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  • Inter, riunione senza Mancio: caso Icardi

    Inter, riunione senza Mancio: caso Icardi

    Quei 10 minuti alla Pinetina con l'arringa dei leader e l'allenatore che aspetta. La Gazzetta dello Sport racconta un retroscena sull'Inter alla vigilia della semifinale di ritorno in Coppa Italia contro la Juventus. Prima dell'allenamento di martedì pomeriggio, le figure più ascoltate dello spogliatoio hanno proferito parole dirette per compattare ogni anima, richiamando lo spirito d'unità che serve per uscire da un periodo di crisi. Non ha partecipato nessun altro al di fuori dei giocatori, compreso Mancini che ha atteso fuori. A fine gara, dopo la sconfitta ai rigori, il dirigente Bolingbroke e l'ex presidente Moratti sono scesi negli spogliatoi per confortare e congratularsi con la squadra e Mancini. 

    BROZO, 2 ALI E UN PITTBULL - Il mercoledì da leoni a San Siro potrebbe aver dato al camaleontico Mancini la quadratura del cerchio. Felipe Melo e Medel restano un esempio per tutti a livello agonistico, ma non possono più coesistere in mezzo al campo perché troppo portati all'interdizione e non hanno i tempi di gioco di un vero regista e nemmeno la capacità di andare negli spazi che si richiede a un interno. Brozovic è l'unico a garantire un certo tipo di qualità: è il classico centrocampista completo, che sa anche cercare la giocata in profondità e non l'appoggino orizzontale. Senza dimenticare i suoi 6 gol stagionali. Contro la Juve si sono rivisti anche Perisic e Ljajic. La classe degli slavi non è mai stata messa in discussione, a penalizzarli nelle ultime scelte del Mancio è stata più una sorta di indolenza. Ma con due esterni offensivi con l'atteggiamento giusto, l'Inter cambia volto. Allargando il campo non solo crei spazi per gli inserimenti centrali, ma anche favorisci le sovrapposizioni dei terzini. Che sia 4-3-3 o con la variante iper offensiva del 4-4-2, alle ali viene sempre chiesto pure un gran lavoro in fase di copertura. Ma Mancini sfrutterà una rosa molto ampia in questo reparto per fare rotazioni anche a gara in corso. Perisic soprattutto appare fondamentale. Ha disciplina tattica, resistenza, forza fisica, tempo degli inserimenti, capacità di tiro ma anche di crossare. Eppure a febbraio Ivan ha giocato una sola gara da titolare in campionato. Già da domenica contro il Palermo la musica dovrebbe cambiare. 

    CASO ICARDI - La ciliegina Poi è chiaro che nel calcio serve la ciliegina del gol. E a molti non è sfuggito che in una delle serate più belle per i nerazzurri non c’era Icardi. Nessun caso, anzi ieri il capitano attraverso i social ha fatto i complimenti a tutti i compagni. "E c'è gente che pensa che questa squadra non abbia le palle", ha twittato il capitano, che però dovrebbe chiedersi come mai per due mesi le palle sembravano finite in letargo. Vero che con lui non ci si può permettere di non dare punti di riferimento all’avversario, come successo mercoledì. Ma come si fa a escludere che con i compagni così indemoniati (e la Juve così distratta) Maurito - 6 gol in 7 gare contro la Juve - non avrebbe potuto fare sfracelli? Anche perché con la Juve sono piovuti ben 30 cross. Importante appare piuttosto la posizione di Eder, che Mancio spera si possa sbloccare al più presto. Va messo più vicino alla porta, gli sfiancamenti in fascia da limitare col contagocce (suo lo strappo che ha messo in porta Perisic) e il feeling con il gol da ritrovare al più presto. Credere al terzo posto è un obbligo. Così come avere coscienza che senza la giusta fame, col Palermo sarà molto più difficile ripetersi. 

    Invece secondo Tuttosport e La Repubblica c'è un caso Icardi, che può lasciare l'Inter nel prossimo mercato estivo. 
     


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