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  • Inter, torna di moda Raiola. Pioli striglia la squadra: 'Non possiamo...'

    Inter, torna di moda Raiola. Pioli striglia la squadra: 'Non possiamo...'

    L'edizione odierna de "La Stampa" accende i riflettori sull'Inter e spiega come la società nerazzurra, nonostante i grandi investimenti sul mercato, sia praticamente nella stessa situazione dell'anno scorso. Circostanza che di fatto scontenta Suning, che si appresta a voler intervenire sul mercato con grande veemenza.

    "La parola chiave è «fallimento». Il padre di un’affermazione tanto forte quanto veritiera è il capitano dell’Inter Mauro Icardi, che ha provato a immaginare che cosa succederebbe all’Inter se fosse già fine maggio. Centoquaranta milioni investiti sul mercato per ritrovarsi in sesta posizione: ampiamente fuori dalla Champions League e nella zona più pericolosa per chi vuol tornare in Europa perché la stagione partirebbe a luglio e perché l’Inter ha bisogno di fare la tournée in Cina per questioni di marketing. Un anno fa di questi tempi, i nerazzurri erano in caduta libera ma alla fine Roberto Mancini riuscì lo stesso ad arrivare quarto".

    MINO E JORGE - "A meno otto gare dal traguardo, con il Milan a un solo punto e la Lazio e l’Atalanta che corrono come lepri, le motivazioni iniziano a vacillare e la testa sembra stanca. Ce n’è abbastanza per far suonare le sirene d’allarme. Suning, il potente gruppo cinese proprietario del club, dopo la sconfitta contro la Sampdoria ha attivato l’unità di crisi. Il giochetto di dare sempre la colpa all’allenatore non regge più. L’Inter si ritrova in una situazione paradossale: ha finalmente investito da grande società ma l’unico che ha veramente cambiato il volto alla squadra è stato Gagliardini. Gli acquisti di Joao Mario, Gabigol e Banega a oggi possono essere considerati un flop. Pioli è riuscito ad adattarne due su tre al gioco dell’Inter ma non sono mai stati determinanti. E da questo dato di fatto parte la riflessione più complicata, quella che riguarda la ristrutturazione societaria che non è avvenuta. L’Inter è ancora alla ricerca di un amministratore delegato (più amministrativo che sportivo?), si è illusa di poter continuare con gli attuali dirigenti italiani senza andare a cercare un elemento magari di caratura internazionale e soprattutto continua a pensare che sia sufficiente farsi proporre i calciatori dagli agenti. Oltre a Kia Joorabchian, sono entrati nell’orbita interista anche Mino Raiola e Jorge Mendes che da mesi si muove sottotraccia per portare Antonio Conte alla Pinetina. In pratica tutti lavorano per i propri interessi e nessuno per il club nerazzurro".

    IL RICHIAMO DI PIOLI - "Eppure Suning ragiona in grande e non si ferma: ha già stanziato 150 milioni per il mercato e non si accontenta di buoni giocatori, vuole i campioni. Per un ulteriore salto di qualità servirebbe un rafforzamento della società sul piano delle competenze sportive. Il rischio è quello di inserire giocatori che non sono funzionali alla causa, come è successo la scorsa estate. Pioli paga anche questo, ecco perché è necessario chiarire al più presto la sua posizione. L’ex laziale si è ritrovato un gruppo da riassestare e da rimodulare. La scelta di piazzare Kondogbia e Gagliardini davanti alla difesa è stata quella più illuminata e infatti non si capisce perché contro la Sampdoria è stato schierato Brozovic. Il calendario ad oggi è tutt’altro che favorevole: i nerazzurri dopo la sfida contro il Crotone, che giocheranno senza l’infortunato Gagliardini, affronteranno il Milan e poi dovranno vedersela anche con Fiorentina e Napoli. Pioli sa che non c’è tempo e ieri ha strigliato la squadra: «Serve maggiore maturità, non possiamo mandare tutto a scatafascio». Una frase già sentita".

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