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  • Intermania: bravo Maicon, maledetto Pallone d'oro!
Intermania: bravo Maicon, maledetto Pallone d'oro!

Intermania: bravo Maicon, maledetto Pallone d'oro!

  • Cristian Giudici

Che bella partita! Tottenham-Inter è stata una delle gare più interessanti di questo inizio stagione. Ovviamente gran parte del merito è degli Spurs, che hanno disputato la classica partita perfetta: organizzazione difensiva, pressing e accelerazioni fulminanti nelle ripartenze. Il tutto davanti ad una cornice che solo l'atmosfera degli stadi inglesi sa regalare.

Dall'altra parte non c'era la vera Inter, ma una squadra in difficoltà numerica e di condizione. Alla fine è arrivata una sconfitta meritata, che tutto sommato ci può stare. Il vero rammarico, in chiave primo posto nel girone, è rappresentato dal finale di San Siro. Nel calcio moderno non basta essere campioni d'Italia e d'Europa per imporsi dovunque e contro tutti: se non sei al meglio, paghi dazio. Specialmente a livello internazionale, c'è poco da fare. Per informazioni chiedere a Maicon, che non è riuscito nemmeno a prendere la targa del turbo gallese Gareth Bale.

Per assurdo, proprio in una delle serate più nere della sua vita, il terzino brasiliano merita comunque un applauso. Spieghiamoci meglio: Maicon non era in condizione di giocare ed avrebbe potuto tranquillamente alzare bandiera bianca prima del match giustificandosi col problema al ginocchio. Invece, pur sapendo di rischiare d'andare incontro ad una figuraccia mondiale come poi è stato, è sceso in campo sacrificandosi per il bene del gruppo. Pensate se al suo posto avesse giocato Santon: forse avrebbe fermato Bale qualche volta in più, ma in caso di bocciatura si sarebbe perso un'altra volta psicologicamente.

Il discorso sulla priorità del gruppo davanti alle ambizioni individuali andrebbe ricordato a Sneijder. Soprattutto nel primo tempo l'olandese, sapendo di essere in vetrina per il Pallone d'oro, ha voluto mettersi in mostra cercando il gol con troppa insistenza e andando al tiro da ogni posizione manco avesse l'auto-fire. Purtroppo per lui e per l'Inter il risultato è stato controproducente e Sneijder si è reso pericoloso solo su un calcio di punizione dal limite. Allenatore e compagni di squadra glielo avranno senz'altro fatto presente durante l'intervallo, così nella ripresa il buon Wesley è tornato a ricamare gioco pescando bene in area Eto'o, che ha segnato il gol (e sono già 16!) dell'illusoria speranza.

White Hart Lane si conferma campo stregato per Rafa Benitez, che nel post-partita ha ammesso la superiorità fisica degli avversari ed ha puntato il dito criticando l'uno contro uno in difesa su Bale. Peccato che, quando ci si trova di fronte un giocatore di un altro pianeta come il gallese, un bravo tecnico debba essere in grado di trovare le giuste contromisure come dei raddoppi di marcatura. Altro particolare: i nerazzurri non hanno speso neanche un'ammonizione per fermare Bale.

Uno dei pochi sorrisi della serata è il rientro di Milito, che in pochi minuti ha dato l'impressione di essere tornato sulla buona strada. Per il resto c'è stata l'ennesima conferma che Biabiany e Coutinho sono due talenti ancora acerbi e che Pandev non è un ala, ma una seconda punta. Un altro tasto dolente resta quello degli infortuni: si è bloccato pure Muntari, così a centrocampo rimane solo capitan Zanetti. In attesa del recupero dei vari Cambiasso, Stankovic e Thiago Motta e del mercato di gennaio (serve almeno un rinforzo di qualità e che non sia il maratoneta Kuyt) adesso cosa bisogna fare? "Lavorare, lavorare a ancora lavorare", come dice Benitez e come canta Fabri Fibra...
 


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