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  • Intermania: il 'problema' Zanetti e Cambiasso

    Intermania: il 'problema' Zanetti e Cambiasso

    • Cristian Giudici

    "I veri problemi dell'Inter sono gli argentini...". Quando le cose vanno male, questo ritornello riempie sempre le analisi e i commenti sulla squadra nerazzurra, dove i principali imputati risultano spesso Zanetti e Cambiasso, accusati di avere un peso troppo importante dentro e fuori lo spogliatoio con la fama di mangia-allenatori.

    Vero: è 'colpa' loro perché il capitano e il 'Cuchu' sono un esempio di serietà e professionalità, 'tirano' il gruppo e lo spronano ad andare anche oltre i propri limiti. Come ad esempio è successo nella gara di ritorno in Europa League contro il Tottenham, quando Zanetti e Cambiasso sono stati tra i migliori in campo e tutti i giocatori hanno tirato fuori l'orgoglio, fornendo una grande dimostrazione di attaccamento alla maglia e ai colori nerazzurri.

    Tanto che il presidente Moratti ha parlato di partita perfetta: "Siamo molto fieri di questa squadra. Tutti noi tifosi, quando la squadra va male, butteremmo via tutti. Poi invece, quando le cose vanno bene, capisci meglio le qualità di tutti. Abbiamo visto di poter contare su alcuni giovani, ma anche su alcuni non giovani che hanno carattere e orgoglio. Va mantenuto questo mix, che sia di buon auspicio per il futuro".

    Ecco perché, spingendo la squadra oltre ai propri limiti, Zanetti e Cambiasso rischiano di falsare il reale valore del parco giocatori a disposizione di Stramaccioni, inducendo la società a effettuare delle valutazioni errate sul mercato. L'impegno e la voglia non devono mai mancare, ma tante volte non bastano: per tornare a puntare in alto bisogna assolutamente elevare il tasso tecnico della rosa, che ad oggi pecca di qualità.

    Per farlo servono tempo, pazienza e un progetto ben definito. Dopo essersi riempiti la pancia con cinque scudetti e una Champions League, i tifosi sono disposti a chiudere qualche stagione con 'zero titoli', ma giustamente pretendono chiarezza da parte della società. Chi non sposerebbe una nuova politica all'insegna dei giovani di talento e del bel gioco? Invece, cercando di costruire una squadra già pronta per vincere subito, Moratti tornerebbe ai tempi pre-Calciopoli, rischiando di dover ricominciare da capo ogni anno.

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