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  • Intermania: Kovacic, grazie a Mazzarri...

    Intermania: Kovacic, grazie a Mazzarri...

    E' tempo di bilanci in casa Inter. Il quinto posto in classifica rispecchia il valore della rosa di Mazzarri, che al massimo poteva arrivare prima della Fiorentina, costretta a fare a meno per gran parte della stagione delle punte di diamante Mario Gomez e Giuseppe Rossi. I risultati sono quindi dalla parte dell'allenatore nerazzurro, il quale però non ha convinto la maggior parte dei tifosi, che sabato lo hanno fischiato al momento dell'annuncio delle formazioni prima dell'anticipo con la Lazio. Le accuse rivolte a Mazzarri sono essenzialmente due: un gioco non all'altezza di un grande palcoscenico come San Siro e una cattiva gestione dei giovani

    ICARDI - Basti pensare ai 'casi' Icardi e Kovacic. Il primo, autore di 9 gol in campionato, ha giocato la prima partita da titolare soltanto il 1° marzo all'Olimpico di Roma e i suoi problemi fisici rappresentano una parziale giustificazione per il suo scarso utilizzo fino ad allora. 

    KOVACIC - Lo stesso discorso vale per Kovacic, prima impiegato fuori ruolo dietro all'unica punta e poi lasciato spesso in panchina a favore di un centrocampista molto meno dotato tecnicamente come Kuzmanovic. Qualcosa è cambiato dopo il pareggio in casa col Bologna: forse i dirigenti si sono fatti sentire e da allora il numero 10 croato ha sempre giocato titolare. Nelle ultime due partite Kovacic ha dato il peggio e il meglio di sè: prova incolore nel derby perso col Milan, prestazione maiuscola condita da due assist al bacio contro la Lazio. Sabato sera lui e Keita erano i più giovani e sono stati i migliori in campo nella partita d'addio del vecchio capitan Zanetti

    MAZZARRI - Proprio dopo la vittoria sui biancocelesti che ha garantito la qualificazione in Europa League, mister Mazzarri ha provato a prendersi i meriti della crescita di Kovacic: "Aveva bisogno di migliorare in tante cose - ha dichiarato -, si vede gara dopo gara che sta migliorando, ma lo sapevamo perché è un ragazzo giovane. Devo ringraziare i miei collaboratori perché io dicevo che cosa dovevano fare e loro lo facevano, permettendo al ragazzo di migliorare. Credo si stia facendo un lavoro eccezionale su questo giocatore. Ha personalità e qualità enormi, ma doveva imparare a metterle al servizio della squadra". La verità è che bastava dargli più fiducia, facendolo giocare con continuità nel suo ruolo. 

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