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  • Intermania: Pirlo, 'troppo' per il Milan

    Intermania: Pirlo, 'troppo' per il Milan

    A volte ritornano. Andrea Pirlo all'Inter è una storia già scritta 18 anni fa. Tutto comincia il 6 febbraio 1997 a Eindhoven in un'amichevole sul campo del PSV, organizzata all'interno dell'accordo per la cessione al club olandese di Jonk, il primo giocatore venduto dal presidente Moratti. Di Napoli su assist di Djorkaeff porta in vantaggio i nerazzurri, che poi perdono 2-1 rimontati dai gol di Marcelo su cross di Zenden e di Nilis, bravo a guadagnarsi e a ribadire in rete il rigore causato da un fallo di Pistone e respinto da Mazzantini

    'PIRLA' - Roy Hodgson lascia a riposo i suoi pupilli Paul Ince e Ciriaco Sforza, così a centrocampo trovano spazio due giovani talenti italiani concessi eccezionalmente in prestito dal Brescia per l'occasione: Barollo e Pirlo. Hodgson sbaglia a pronunciare il suo cognome e lo chiama 'Pirla'... 

    MAZZOLA CHIAMA - Il direttore sportivo Sandro Mazzola, lì per osservare gli olandesi Stam e Cocu, rimane subito folgorato dal talento del 17enne: "Pirlo entra a mezzora dalla fine. Ricordo un calcio d'angolo per loro, respinto dal portiere Mazzantini. La palla arriva a Pirlo che, pressato dagli avversari al limite della nostra area, fa una finta, due tocchi con l'interno e l'esterno del piede destro, poi effettua un lancio 'no look' in attacco creando un'occasione da gol per noi. Dopo la partita chiamo Moratti e gli dico di prenderlo subito"

    MORATTI RISPONDE - Il presidente stacca l'assegno a Corioni e lo porta a Milano un anno e mezzo dopo, nel mercato estivo del 1998. A tanti anni di distanza, Andrea spende solo belle parole per lui: "Moratti è una bravissima persona, esattamente come si vede in tv. Un padre di famiglia, un lord fuori contesto, un pezzo di pane in un mondo di squali... Averne di presidenti come lui". Pirlo gioca da trequartista e riesce a mostrare il proprio talento solo a sprazzi, chiuso dai vari Baggio, Djorkaeff e Recoba

    INCROCI - L'anno prima, il 31 agosto 1997, il Chino entra dalla panchina (così come dall'altra parte fa l'avversario Pirlo, autore dell'assist per il vantaggio di Hubner) e segna una doppietta con due magici sinistri da fuori area, ribaltando il risultato di Inter-Brescia, la prima partita in Serie A del Fenomeno Ronaldo. Le due squadre si erano già sfidate in un'amichevole pre-campionato, giocata a Cesena il 14 agosto 1997: 0-0 ai tempi regolamentari e 3-2 per il Brescia dopo i calci di rigore, con Pirlo in gol con un cucchiaio che fa infuriare Pagliuca. Il 1998/99 è la stagione dei quattro allenatori: Simoni (che lo definì il "nuovo Rivera"), Lucescu, Castellini e Hodgson. "Mi svegliavo alla mattina e non mi ricordavo chi ci allenasse", ricorda Pirlo. Che a fine stagione viene ceduto in prestito per un anno alla Reggina

    DA LIPPI A TARDELLI - Nell'estate del 2000 torna all'Inter, dove in panchina è arrivato dalla Juventus mister Marcello Lippi. Che, dopo la clamorosa eliminazione nel preliminare di Champions League contro gli svedesi dell'Helsingborg (con un rigore sbagliato da Recoba al 90° nel ritorno a San Siro) e altre due sconfitte in Supercoppa con la Lazio e nella prima giornata di campionato proprio a Reggio Calabria, si fa cacciare da Moratti e viene sostituito da Tardelli. Che aveva vinto l'Europeo Under 21 con Pirlo, al quale però non dà fiducia all'Inter. Andrea rimpiange ancora quel cambio di allenatore: "Se fosse rimasto Lippi, forse sarei diventato una bandiera nerazzurra. Invece con Tardelli soffrivo perché non mi faceva mai giocare, quante volte avrei voluto dirgli 'Sai dove te lo puoi mettere quell'urlo che ti ha reso famoso?'". 

    CAMBIO DI RUOLO - Così a gennaio Pirlo torna in prestito al Brescia, dove Mazzone lo arretra come regista davanti alla difesa per farlo coesistere con Baggio. Indimenticabile la sua pennellata a Torino per l'opera d'arte del Divin Codino, che con un elegante stop al volo salta il portiere in uscita (van der Sar) e mette dentro la palla dell'1-1 contro la Juve. Poi l'Inter lo cede per 35 miliardi di lire al Milan, dove Pirlo resta 10 anni e vince tutto con Ancelotti in panchina. 

    NO A LEONARDO - Nel 2011 Leonardo, con il via libera di Moratti, cerca di convincerlo a tornare all'Inter, ma stavolta Andrea dice no: "Poteva essere una bella sfida molto affascinante, passare sull'altra sponda e tornare dove ero già stato. A un certo punto ci ho pensato, ma non ne sarei stato capace. Sarebbe stato davvero troppo, un affronto che i tifosi rossoneri non avrebbero meritato". Pirlo lascia il Milan e si trasferisce a parametro zero alla Juventus, dove vince quattro Scudetti di fila con Conte prima e Allegri poi. 

    SI' A MANCINI? - Persa la finale di Champions League a Berlino contro il Barcellona, la scorsa estate Andrea dice addio ai bianconeri e va a giocare negli Stati Uniti a New York. Adesso arriva la chiamata del primo amore di Pirlo: "Da piccolo tifavo per l'Inter di Matthaeus e mi ispiravo agli grandi numeri 10 della Serie A: da Platini a Zola e Mancini". Che ora gli offre l'occasione di rilanciarsi anche in ottica Nazionale, per chiudere il cerchio a Euro 2016

    @CriGiudici
     

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