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  • Investiti 74 milioni:| E Del Neri molla lo scudetto

    Investiti 74 milioni:| E Del Neri molla lo scudetto

    Due giornate e la Juve si è chiamata fuori. Le partite di sabato e domenica, oltre alle sconfitte di Roma, Milan, Fiorentina e al malinconico pareggio casalingo della squadra torinese, hanno portato alla ribalta la rinuncia di Del Neri il quale - quindici giorni dopo aver affermato il contrario - ha ufficialmente annunciato che “la Juve non è da scudetto“. Un concetto assolutamente nuovo per una tifoseria ricca di orgoglio, abituata a una squadra vincente anche quando non era la migliore della compagnia. Le parole del tecnico hanno scatenato una reazione vibrante da parte dei tifosi che forse per la prima volta nella storia sono stati costretti a farsi da parte quasi prima ancora di cominciare. Insopportabile per una tifoseria abituata a lottare sempre al vertice. Che cosa si è sempre detto della Juventus? Che è una squadra dalle sette vite capace di lottare con determinazione e ferocia per raggiungere l’obiettivo. L‘obiettivo non c‘è più, lo ha detto Del Neri.

    Marotta sul mercato ha lavorato cercando di rispettare quello che proprietà da una parte e allenatore dall‘altra gli avevano suggerito. Andrea Agnelli aveva chiesto quanto segue: 1) riduzione degli stipendi 2) riduzione di altri costi di gestione 3) abbassamento dell‘età media della squadra. Del Neri aveva chiesto: quattro esterni di centrocampo, due esterni difensivi, un centrale difensivo, un centrocampista centrale di qualità, un attaccante al posto di Trezeguet (unico acquisto mancato). Evidentemente proprietà e allenatore non si sono parlati. Perchè, se le risorse economiche erano così scarne, non è stato deciso di rinunciare alla rivoluzione dell’organico? Insomma, dopo aver rinunciato al 4-4-2 di Lippi, Capello, Deschamps e Ranieri la Juventus aveva scelto un altro modulo: il trequartista (Diego) e un sistema di gioco che non prevedeva più gli esterni di centrocampo. Assumendo Del Neri che punta tutto sul 4-4-2, la società è stata costretta a ricostruire da capo la squadra e infatti ha portato a casa la bellezza di sei esterni perchè erano stati tutti “eliminati“.

    Agnelli ha speso sul mercato 74 mi­lioni e mezzo di euro in acquisti non certo di primo livello (compresi i 18 per cui si è già impegnato con i riscatti obbligatori di Pepe e Quagliarella). Al di là del fatto che le formule di pagamento siano per prassi rateizzate in tre anni, sugli acquisti a titolo definitivo l’esposizione in bilancio è immediata (per via delle fidejussioni a garanzia). Più i prestiti pagati. Questa cifrà è stata ricolmata con 37 milioni di cessioni tra Diego, Ekdal, Tiago, Poulsen, Almiron, Giovinco, Criscito e Molinaro. Quante altre risorse avrà Marotta per acquistare qualche campione?

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