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  • Iori è insostituibile:| Ma il Toro deve aiutarlo
Iori è insostituibile:| Ma il Toro deve aiutarlo

Iori è insostituibile:| Ma il Toro deve aiutarlo

  • A.S.

L'imprescindibilità di Iori all'interno del gioco di Ventura è certificato dai numeri: sempre titolare in undici partite, ma sostituibile e mai in discussione, sempre presente al pari soltanto del portiere Coppola. Premesso ciò, le prestazioni del centrocampista ex Livorno sono state di livello ottimo, a volte addirittura eccellenti: questo per sottolineare come Iori abbia il 'posto fisso' non tanto per mancanze di alternative ma soprattutto per meriti guadagnati sul campo. Nella trasferta di Gubbio il mediano è rimasto imbottigliato, sbandando come del resto i suoi compagni.

SOFFERENZA - Ciò che saltava subito agli occhi, specialmente nel primo tempo però anche per una parte della ripresa, è che il centrocampo a due del Torino, solitamente molto solido nella fase difensiva e abile nella ripartenza immediata sul cambio di fronte, ha faticato parecchio contro il rombo architettato da Simoni. Una sofferenza dovuta principalmente al fatto che il Gubbio, in quella zona del campo, pareva costantemente un superiorità numerica: situazione che, nelle partite precedenti, non si era quasi mai verificata, grazie certamente anche al sostegno degli attaccanti e a un giro-palla non ancora sufficientemente rapido, ma sempre massiccio. Però nell'arrembaggio finale, che ha prodotto una traversa di Bianchi e un paio di altre occasioni notevoli per pareggiare, si è rivisto un lampo della qualità della mediana e soprattutto qualche spunto interessante di Iori.

RITROVARE VIVES - Gettare addosso la croce a Vives sarebbe ingiusto e ingiustificato: può capitare di sbagliare una partita, a maggior ragione quando devi ritrovare il ritmo giusto dopo un infortunio (aveva la sciatalgia). Ma, lasciando da parte i giudizi, i fatti dicono che con l'ingresso sul terreno di gioco di Basha al posto dell'ex capitano del Lecce, pure Iori ha cominciato a girare a un altro ritmo. Questione di intesa, forse. Ma non è soltanto quello. La fisicità e la corsa dello svizzero-kosovaro mettono il compagno di reparto nelle condizioni ideali di poter recuperare ossigeno e di conseguenza la lucidità per impostare e creare. Se uno fa il cosiddetto (magari impropriamente) 'lavoro sporco', l'altro può godere di maggiore libertà di azione. Con Vives la coppia è parsa meno assortita e in complessiva ambasce contro un avversario oggettivamente non irresistibile.


(Tuttosport - Edizione locale)


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