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  • 'Isola dei famosi' Fiorentina: le nomination le fa Rossi

    'Isola dei famosi' Fiorentina: le nomination le fa Rossi

    • Luca Cellini

    Solo, come Cesare Prandelli nel suo ultimo anno e mezzo di Fiorentina. Delio Rossi, che era partito con entusiasmo e coraggio nella sua avventura alla guida del club viola, si è ritrovato 'abbandonato' prima dalla società, poi soprattutto dal direttore sportivo Pantaleo Corvino. Molte promesse gli erano state fatte al momento del suo avvento sulla panchina gigliata; promesse che si sono trasformate in previsioni disattese, ed ecco che al suo fianco adesso si ritrova solo il suo staff tecnico e il club manager Vincenzo Guerini, che gli è servito per introdurlo nella vita del gruppo capitanato da Alessandro Gamberini.

    Fra le richieste principali del tecnico c'era quella di snellire un gruppo che non voleva fosse, al primo di febbraio, di 31 elementi, cosa che rende gli allenamenti di scarsa qualità, con molte facce scontente e altrettante che lo diventeranno quando, come nel passato recente, Rossi ha iniziato a mandare qualcuno in tribuna per scelta tecnica o... psicologica.

    Chissà se nella sua carriera si era mai ritrovato vicino un responsabile della comunicazione che dialoga su Facebook con i tifosi, 'spaventandoli' con scenari apocalittici di un nuovo fallimento e conseguente nuova retrocessione in Lega Pro qualora cambiasse la proprietà. O con un uomo che cura il mercato che non solo non accontenta il proprio allenatore nelle richieste di rafforzamento e rimodellamento del gruppo, ma che non si assume mai una colpa dei propri errori, anzi attacca a testa bassa stampa e tifosi che gli rovinano l'umore ed il lavoro. Passando per un amministratore delegato che pubblicamente dà del lavativo ad uno o più giocatori, fino ad una proprietà assente fisicamente (Behrami ha confessato pubblicamente di non aver mai incontrato nel suo anno da giocatore viola l'azionista di maggioranza Diego Della Valle) e che invece di cercare un dialogo con i tifosi, sempre meno presenti allo stadio, attua una serie di azioni dimostrative - tipo lo sciopero della prima fila della tribuna autorità - che sembrano solo provocazioni atte a suscitare una reazione. Delio Rossi come Ulisse (lui stesso si è autodefinito così), che non vede e non sente ciò che gli capita intorno per non farsi condizionare, e che parla con i cromosomi del perfetto tecnico aziendalista: basso profilo e tanto lavoro. Proprio come Prandelli, prima che la 'guerra' nei suoi confronti operata dal d.s. lo portasse allo sfinimento.

    Nell'isola dei famosi Fiorentina, dove i giocatori prendono i treni a fine allenamento, dove la discoteca è il luogo ove fare le sedute post-allenamento, e dove Facebook e Twitter sono i mezzi di comunicazione preferiti per raccontare sensazioni e stati umorali dello spogliatoio, il tecnico viola adesso ha un solo desiderio: condurre la barca viola sull'isola della tranquilla salvezza, cercando di non farsi distrarre né dalle sirene dirigenziali che gli girano intorno e vorrebbero indicargli la via sbagliata, né dai fattori esterni - come la maggioranza dei tifosi, secondo cui il tecnico avrebbe dovuto far fuori già da tempo il 'reietto' Montolivo, che non ha rinnovato il proprio contratto - che gli possono rendere il viaggio impervio. Ecco perché sulla scialuppa viola di recente sono tornati Felipe e Marchionni, e sono stati lasciati a terra a turno nelle ultime settimane i vari Cerci e De Silvestri. Prima viene il bene della Fiorentina, poi gli interessi personali, in attesa di tempi migliori. Rossi come unica garanzia per il futuro, in una situazione tutta intorno a lui che in due anni, invece di migliorare, si è fatta ogni giorno più incerta e nebulosa, come il mare che Poseidone aveva deciso di rendere innavigabile all'Ulisse del famoso poema di Omero.


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