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  • Italia: è la vittoria di Di Biagio, ma contro la Spagna ci vorrà un miracolo

    Italia: è la vittoria di Di Biagio, ma contro la Spagna ci vorrà un miracolo

    • Giancarlo Padovan
    Firmato Di Biagio. Cartolina da Cracovia con tripla destinazione:
    1)Il presidente federale Carlo Tavecchio, pronto a giubilare il c.t. dell’under 21 di fronte ad una probabilissima eliminazione dall’Europeo.
    2)Il c.t. Gian Piero Ventura che altro non sperava per far avanzare Paolo Vanoli, componente del suo staff.
    3)Lo stesso Vanoli che, nonostante il 4-0 con cui venne travolto in finale con l’Under 19 un anno fa all’Europeo di categoria, si aspetta la promozione promessagli dagli altri due.

    Purtroppo per loro, e per fortuna di chi vuole bene a Di Biagio e alla nostra nazionale minore, dovranno aspettare almeno martedì 27 giugno, giorno delle semifinali. Quella sera l’Italia affronterà la Spagna da sfavorita, esattamente come è accaduto contro i tedeschi che, prima di essere sconfitti dagli azzurri, avevano vinto due partite e avevano segnato cinque gol senza averne subito alcuno. E’ vero che i mezzi miracoli non si ripetono con frequenza, ma qui stiamo parlando di calcio e di chi ne capisce. Di Biagio è tra questi e le sue scelte, questa volta, lo hanno dimostrato, a prescindere dal risultato. Riproposti Caldara e Barreca in difesa e Gagliardini e Benassi a centrocampo, il c.t. aveva trovato posto prima di tutto per Chiesa, anche se non era al massimo, schierandolo vicino a due post-attaccanti: Bernardeschi finto nove e Berardi all’ala destra. Fuori, dunque, Petagna che avrebbe dato un riferimento certo ai due centrali difensivi tedeschi, Stark e Kempf.

    Di nuovo, diverso e convincente l’Italia ha messo il pressing, sempre molto alto, a contrastare la costruzione bassa degli avversari. Per l’intera partita Donnarumma non ha dovuto sfoggiare neanche una parata, Caldara ha guidato un Rugani ancora incerto, mentre sull’esterno sia Conti che Barreca hanno lavorato con puntuali sovrapposizioni esterne (il primo) e interne (il secondo). Molto bene i tre di centrocampo (Pellegrini, Gagliardini e Benassi), abili tanto nei contrasti quanto nelle ripartenze. Con un po’ di attenzione, a questa Germania si poteva fare male anche prima del 30’, il minuto del gol di Bernardeschi, ma l’azione che ha portato al vantaggio decisivo è emblematica di come Di Biagio avesse preparato la partita. Su un disimpegno laterale abbastanza semplice, Chiesa è andato in pressione individuale e Pellegrini, decisivo, ha portato un raddoppio strappando palla. La carambola su Dahoud, il colpevole dell’esitazione, ha favorito Bernardeschi che ha messo la sfera tra le gambe del portiere. L’esterno sinistro, ancoprché da pochi passi, è stato un gesto tecnico rimarchevole. Tuttavia il talento viola ha rischiato la ribattuta più del dovuto.

    Nonostante che per la qualificazione automatica servisse un doppio vantaggio (dal 3-1 in sù), l’Italia non ha cercato né subito, né nella ripresa di aumentare il numero dei gol. Di Biagio ha spiegato che l’obiettivo era quello di vincere e di credere fermamente - come in effetti è stato - ad  un risultato positivo nello scontro tra Repubblica Ceca e Danimarca. Per il nostro accesso alle semifinali sarebbe bastato un pareggio, ma la clamorosa vittoria dei danesi (sempre in vantaggio fino al 4-2 finale) ha regalato un controllo della gara del tutto tranquillo. Per paradosso, la sconfitta con il minimo scarto è andata bene anche alla Germania che, scavalcata dall’Italia in testa al girone, è stata ripescata come migliore seconda. Eviterà la Spagna e in semifinale troverà la più abbordabile Inghilterra. 

    Detto, per inciso, che l’Italia ha sfiorato l’inutile raddoppio con un tiro da fuori di Pellegrini (60’, deviazione del portiere Pollersbeck), non resta che pensare alla Spagna. Purtroppo non ci saranno né Conti, né Berardi, entrambi diffidati e, dunque, squalificati. Poi ci sarà da recuperare le energie spese contro la Germania, soprattutto nel primo tempo. La Spagna, che ha vinto il suo girone a punteggio pieno, segnando nove gol e subendone appena uno, oltre ad avere un giorno di riposo in più, nell’ultima gara con la Serbia ha schierato quasi tutte le riserve. Insomma, sarà dura. Sia perché la Spagna è la nazionale più forte, sia perché potremmo non essere al meglio. Ma Di Biagio e i suoi ragazzi sanno che nel calcio quasi tutto è possibile.   

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