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  • Italia esemplare, ma solo per un tempo

    Italia esemplare, ma solo per un tempo

    • Giancarlo Padovan
    Vincere con il Liechtenstein non era in discussione. La partita doveva solo stabilire come e quanto. In parte, cioé per un tempo, il come può essere detto in maniera soddisfacente. Il quanto no. Quattro gol non sono pochi. Ma se vengono segnati tutti nel primo tempo, e due di essi nei primi 12 minuti, allora vuol dire che il secondo tempo lo si è buttato. O, meglio, che non lo si è giocato con la stessa intensità, la stessa determinazione, la stessa voglia di uguagliare la Spagna e, perché no, di fare anche meglio. 

    Il c.t. Ventura alla fine ha negato, ma un po' di rammarico resta alla fine di questa prima trasferta in Liechtenstein della nostra nazionale. Anche perché la Spagna ha battuto la Macedonia con lo stesso nostro punteggio (4-0), mentenendo le distanze nella differenza reti contro un avversario potenzialmente più complicato (l'Italia vinse in Macedonia rocambolescamente, e in rimonta, per 3-2). 

    Adesso la situazione del gruppo G è la seguente: Spagna e Italia in testa con 10 punti, divise però dal numero di gol fatti e subiti. La differenza reti delle furie rosse recita + 14, quella degli azzurri + 7. Per fortuna, se di fortuna si può parlare, l'Albania di Gianni De Biasi ha quasi compromesso le chances di lottare per il secondo posto, perdendo in casa da Israele (0-3), seppur con due uomini in meno (espulsi prima il difensore Djimsiti e dopo il portiere Berisha). L'Albania, prossimo avversario dell’Italia nel marzo 2017, continua a essere un avversario pericoloso, ma l'Italia potrà avere due vantaggi: giocare la prossima in casa e trovarsi contro un'antagonista senza due titolari perché squalificati. In compenso a nove punti, cioé solo uno in meno di Spagna e Italia, viaggia Israele che, però,  abbiamo già battuto in trasferta (1-3).

    L'Italia del 4-2-4 per un tempo è stata esemplare. Ammesso e non concesso che contro il Liechtenstein il livello dell'ostacolo fosse quello di un buon allenamento, va detto che gli azzurri hanno cominciato con lena e concretezza. Tanto da aver creato subito due occasioni con Immobile e Belotti e da aver raccolto, a marcatori invertiti, un doppio vantaggio nei primi 12 minuti. 

    Il primo gol, confezionato da un assist di Romagnoli per Belotti, è disceso da un calcio d'angolo. Il secondo da una splendida verticale aerea (autore Bonaventura) a beneficio del torinista che ha servito di testa Immobile per il 2-0. L'attività che meglio è riuscita per l'intero primo tempo è stata quella degli esterni - Candreva a destra e Bonaventura a sinistra -, coadiuvati dai terzini - rispettivamente il debuttante Zappacosta e De Sciglio - che si sovrapponevano e crossavano, creando sempre i presupposti della pericolosità. Non a caso il terzo gol (autore Candreva) è venuto da una discesa incontrastata di De Sciglio. Il milanista ha potuto agevolmente guadagnare la linea di fondo prima di servire basso il compagno di squadra. Il quarto e ultimo gol è stato segnato da Belotti (tre reti in due gare da titolare, prima doppietta in azzurro) ed è stato il più plastico per il modo in cui è andato ad arpionare un assist di Bonaventura prima di scaraventarlo in porta. 

    Tanta facilità di realizzazione sembrava la premessa per una goleada completa o che potesse almeno avvicinare quella spagnola. Invece, per un vezzo tipicamente italiano, la partita, ben lungi dallo sfuggirci di mano, si è incagliata nella stolida ricerca delle vie centrali, piuttosto che di quelle laterali, come era stato nel primo tempo. E così, con visibili smagliature sul piano della manovra, se ne sono andati venti minuti della ripresa. Per ridare ritmo e vivacità, il c.t. ha tolto Bonaventura, inserendo Insigne (mancava dall'Europeo). Il napoletano, nel giro di cinque minuti, ha servito due assist nell'area del portiere per Belotti. Purtroppo il nostro attaccante li ha mancati entrambi, anche se il secondo, di testa, è parso clamoroso. Se l'Italia avesse segnato in una delle due circostanze (o in entrambe) quasi certamente avrebbe potuto provare l'allungo. Invece, nonostante Eder prima e Zaza poi, il quinto gol, a lungo accarezzato, è rimasto nelle gambe. Martedì amichevole con la Germania a Milano. Per verificare se i progressi con i piccoli provocheranno qualche effetto con i grandi. 

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