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  • Italia, lo spauracchio dei rigori e il sogno Fabio Grosso

    Italia, lo spauracchio dei rigori e il sogno Fabio Grosso

    "I rigori ? li proviamo, ma non sempre è un bello spettacolo…". Se la cava con un battuta Andrea Barzagli difensore della Nazionale ed un’esperienza grande così, ma lo spettro dei tiri dagli 11 metri torna puntuale nel momento in cui si alza il sipario sulla fase ad eliminazione diretta di Euro 2016. Nelle prime tre partite degli ottavi il trend che possa servire lo spareggio fatale dal dischetto si è confermato più concreto che mai in due gare su tre: subito Polonia-Svizzera decisa in questo modo, quindi Portogallo-Croazia risolta da un gol a 180 secondi dai rigori. Momento catartico di una partita, eccezione individuale nel gioco di squadra per eccellenza, il calcio di rigore riempie la storia dei tornei e dei calciatori, spesso anche di una Nazione intera.

    Senza andare tanto lontano nel tempo dopo Usa '94 gli azzurri hanno impiegato 12 anni di cattivi pensieri e funesti presagi per risolvere la questione nel 2006. Sbattendo sulla traversa di Di Biagio nel '98 contro la Francia, riaprendo subito la ferita nel successivo doppio confronto proprio contro la Spagna ad Euro 2008 e nella Confederations cup del 2013. Con Di Natale prima e Bonucci poi a recitare il ruolo del volto a cui tutti assoceranno la propria delusione.

    Contro le furie rosse, che non battiamo almeno in amichevole dal 2011, nessuno lo dice ma molti lo pensano: sarà gara attenta, ordinata e con l’obiettivo di non farsi schiacciare prima di cogliere l’occasione giusta. Eppure l’epilogo oltre il tempo di gioco come negli ultimi confronti (fatta eccezione per la tragica finale di Kiev) indicano che la destinazione di fondo può essere quella. Dopo l’ultimo cucchiaio da brivido di Pirlo con l’Inghilterra, e senza sua freddezza Balotelli, non ci sarà neanche un sicuro tiratore come Candreva (2 gol su 2 in azzurro, il migliore nella rosa attuale).

    E allora a chi affidarsi? Eder è lo specialista designato dal campionato, De Rossi uno abituato a calciare palloni pesanti come macigni, Florenzi e Bonucci due altre opzioni possibili con una tradizione non sempre favorevole; Giaccherini, Parolo quelli che sognano un destino ‘alla Fabio Grosso’. Limitando la storia agli Europei, gli azzurri hanno un bilancio negativo dopo le sconfitte con Cecoslovacchia e Spagna e la vittoria nel segno di Toldo contro l’Olanda nel 2000, ma qui la storia si divide. Quando il rigore è nei tempi di gioco o quando rappresenta l’ultimo atto della sfida. Non a caso con 7 centri su 7 e il 100 per cento di realizzazione il migliore della storia italiana rimane un certo Roberto Baggio… eppure non riuscite a ricordare altro che quel pallone smarrito nel cielo terso e torrido di Pasadena.

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