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  • Italia, Ventura è inadatto e modesto: può fare il ct solo contro Israele

    Italia, Ventura è inadatto e modesto: può fare il ct solo contro Israele

    • Giancarlo Padovan
    Se gli avversari fossero tutti come Israele, perfino Gian Piero Ventura potrebbe ragionevolmente fare il c.t. della Nazionale italiana. Per sua fortuna, infatti, Israele è solo settantesimo nel ranking della Fifa e, dopo i risultati dell’ultimo turno, quarto in classifica, dietro la temeraria Albania, nel nostro gruppo di qualificazione mondiale.

    Proprio la Nazionale allenata da Panucci, pareggiando in Macedonia, ci ha fornito il via libera alla partecipazione ai play off che per decenza dovrebbero essere raggiunti con altrettanti successi nelle due rimanenti partite (Macedonia in casa, Albania in trasferta).

    Possibilmente, sempre che non sia chiedere troppo, con un punteggio un po’ meno striminzito (1-0), di quello raccattato a Reggio Emilia con un’inzuccata di Immobile all’inizio del secondo tempo.

    Premessa personale. Ha destato molto scalpore nel mondo torinista, sempre molto suscettibile a ciò che lo riguarda e mi riguarda (il web fu inondato di giubilo quando, nove anni fa, fui aggredito da due sicari che mi spaccarono la mandibola, mandandomi sotto i ferri del chirurgo), la mia  trasparente opinione, ribadita a Sportitalia, a proposito dell’ex allenatore del Torino, ora guida degli azzurri: un allenatore modesto e inadatto alla Nazionale come dimostra il suo curriculum privo di esperienze internazionali. Sbagliando ho sostenuto che Ventura al massimo aveva raccolto una o due presenze in Europa League. In realtà, proprio con il Torino, l’attuale c.t. è stato in panchina per ben quattordici gare: quattro del preliminare che, come si dovrebbe sapere, non contano, e dieci nella manifestazione vera e propria.

    Naturalmente mi scuso pubblicamente dell’errore con Ventura, con il presidente Cairo e anche con i tifosi del Toro. Tuttavia, che di presenze se ne vogliano contare dieci o quattordici, è palese a tutti che Ventura ha pochissimo spessore internazionale. Come, prima che con Israele, si è visto in Spagna o in Macedonia, dove l’Italia ribaltò fortunosamente il risultato negli ultimi minuti (sarebbe stata un’altra Corea).

    A Reggio Emilia, prima che il portiere di Israele, è stato decisivo Buffon che al 41’ ha sventato un tiro scagliato dal limite da Cohen. E, ad una ventina di minuti dall’inizio, l’esordiente Conti aveva tolto palla in scivolata a Kabha, ormai solo davanti al nostro numero 1.

    Questo, ovviamente, non significa né che Israele avrebbe meritato il pareggio, né che l’Italia abbia lucrato la vittoria. Più semplicemente fino all’intervallo la nostra squadra è stata paralizzata dalla paura e dalla mancanza di sicurezza dentro uno stadio che, dopo un quarto d’ora, ha cominciato a fischiare.

    Lo sappiamo tutti che se Belotti avesse segnato al primo minuto - al culmine di un’azione bellissima, orchestrata da De Rossi, Insigne e Darmian - probabilmente sarebbe finita in goleada. Però è stato disarmante accertare come una squadra ancora sotto choc, che giocava sotto ritmo, non riuscisse minimamente a trovare le dritte contrarie al 4-5-1 di Israele.

    Ventura non solo non ha rinnegato il sistema di gioco proposto a Madrid (4-2-4), ma ha confermato nove undicesimi della squadra. Non si fosse infortunato Spinazzola e non fosse stato  squalificato Bonucci, probabilmente il c.t. avrebbe schierato la stessa formazione travolta dalla Spagna. I più benevoli propendono per la teoria della fiducia tecnica, affinché ciascuno riscattasse critiche ed errori. Altri - tra i quali io - pensano invece che Ventura abbia insistito perché davvero convinto che questo sia il modulo del nostro futuro.

    Può anche essere. Però, allora, gli interpreti devono essere utilizzatio diversamente. La prima linea, sempre statica, si è appiattita sulla difesa avversaria. Dei due centravanti nessuno veniva incontro, ma andavano entrambi in profondità. Ancora una volta ha fallito Verratti, ma De Rossi non ha fatto di meglio, se non nella ripresa, quando la palla ha cominciato a circolare più velocemente e Zappacosta - sostituto dell’acciaccato Conti - ha guadagnato il fondo sulla destra, al pari di Darmian dalla parte opposta.

    Bene, a mio giudizio, il secondo tempo di Candreva e non solo per aver fornito l’assist a Immobile. I suoi cross avrebbero meritato migliore fortuna anche quando erano destinati a Belotti, un po’ sfortunato, un po’ prevedibile. 2 o 3 a zero sarebbe stato l’esito esatto di una sfida impari. 
     
    Alla fine, Ventura ha detto di essere contento e non solo del risutato. Forse era sollievo o forse  Israele è un colosso mimetizzato. Colpa nostra se non ce ne siamo accorti.   

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