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  • Jack, 7 anni, malato di cancro: gioca con la squadra del cuore e commuove VIDEO

    Jack, 7 anni, malato di cancro: gioca con la squadra del cuore e commuove VIDEO

    Jack, 7 anni, malato di cancro: un touchdown che ha commosso l'America. Sabato è sceso in campo con la sua squadra del cuore, i Nebraska Cornhuskers.
     
    Aveva due settimane di tempo, per realizzare il suo sogno. Quattordici giorni, quelli che segnano la sua «vacanza» dalla chemioterapia: perché Jack Hoffman, 7 anni, di Atkinson, nel Nebraska, ha già subito due operazioni per combattere contro un tumore al cervello che gli è stato diagnosticato il 22 aprile 2011, e ora deve affrontare una cura lunga sessanta settimane.
     
    In quelle due settimane avrebbe potuto rimanere a casa, riposare un corpo debilitato dalla malattia, e dai medicinali che servono a combatterla. Ma Jack aveva un sogno, e ha deciso di usare il tempo che gli era dato per realizzarlo. Lo scorso sabato la sua squadra del cuore, i Nebraska Cornhuskers, team della University of Nebraska–Lincoln, lo ha convocato. Nell'ultimo quarto dell'amichevole di primavera, il coach Bo Pelini ha chiamato un time out. «Vai, piccolo, è il tuo momento». 
     
    Lui, ingolfato da un completo fuori misura, è sceso in campo, tra le urla dei fan, impazziti nel vederlo lì. Numero 22 sulle spalle - quello del suo idolo, Rex Burkhead -, caschetto calato in testa, Jack ha ricevuto la palla dal quarterback Taylor Martinez, ha preso la direzione sbagliata, «no, non di lì, di qui», scarto a destra, e via. Altri compagni, altri suoi eroi l’hanno protetto e guidato lungo la sua corsa. Lunghissima. Sessantanove yards, verso il touchdown, verso un sogno che diventa realtà. C.J. Zimmerer lo ha preso sulle spalle, i sessantamila al Memorial Stadium hanno esultato come forse mai prima. 
     
    E ora il video che racconta la sua impresa, trasmesso dalla tv americana Espn, è stato visto da oltre due milioni di persone, su YouTube, e da innumerevoli altre su vari siti di informazione internazionali che hanno ripreso la storia. «A Jack avevo detto di non far cadere la palla e di correre, correre fino alla meta, di non mollare», ha spiegato il padre a chi gli chiedeva che cosa avesse suggerito a suo figlio. L’ha fatto: 23 secondi, la corsa di una vita.
     
     

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