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  • Jacobelli: bel Milan, ma Galliani ascolti i tifosi: serve Sakho. Retroscena: Sacchi, Mangia e le 'dimissioni' di Allegri

    Jacobelli: bel Milan, ma Galliani ascolti i tifosi: serve Sakho. Retroscena: Sacchi, Mangia e le 'dimissioni' di Allegri

    Bel Milan, super Boateng, missione compiuta. Con la prima doppietta in Europa di Boateng e il primo gol rossonero in Champions League di Balotelli, i rossoneri hanno eliminato il Psv nel turno preliminare e hanno raggiunto la Juve e il Napoli nella fase a gironi. Risultato brillante anche per il calcio italiano, che ha disperatamente bisogno di rimpinguare la propria classifica Uefa.

    La strigliata di Allegri dopo la falsa partenza di Verona è stata tanto provvidenziale quanto fruttuosa: ha fatto bene Montolivo a rimarcare come la sconfitta del Bentegodi sia stata cancellata, ma non debba essere dimenticata.

    Il Milan visto in Europa è stato nettamente diverso rispetto alla formazione schiantata sabato scorso dal pimpante Verona di Mandorlini. Concentrata, attenta, consapevole dell'importanza della posta in palio, la formazione di Allegri ha battuto con pieno merito i talentuosi olandesi di Cocu, dei quali risentiremo parlare. Anche se, assieme a Boateng, Abbiati è risultato il migliore in campo, grazie ad almeno quattro interventi decisivi. Balotelli sarebbe perfetto se riuscisse a non farsi ammonire, ma lui è fondamentale; El Shaarawy è in crescita, De Jong è recuperato.

    Ora, però, Galliani deve ascoltare i tifosi, i quali hanno l'occhio lungo: anzichè Matri, punti su Sakho, classe 1990, difensore centrale e vicecapitano del Psg, nazionale francese in rottura prolungata con il club parigino, nel mirino anche del Liverpool.

    Il dopo Psv è stato movimentato dalla boutade di Massimiliano Allegri che ha scherzosamente annunciato la dimissioni, salvo precisare trattarsi di una burla.

    In realtà, il tecnico ce l'ha con alcuni autorevoli critici, nonchè autorevoli colleghi, a cominciare da Arrigo Sacchi. Il quale, però, ha il sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni, visto che questo è il ruolo che ricopre in tv e sui giornali. 

    Allegri non ha digerito nemmeno le indiscrezioni circolate su Mangia, pupillo di Sacchi e candidato all'eventuale successione in caso di eliminazione dalla Champions. Ma Allegri è troppo intelligente per ignorare gli incerti del mestiere. Soprattutto, se sei così in gamba da allenare il Milan dove, da quasi 28 anni, il capo allenatore è Berlusconi e, qusta è la quarta stagione consecutiva, resisti prima di tutto a lui, cui non risulti storicamente molto simpatico.

    Ecco perchè, le parole pronunciate dall'allenatore suonano come un messaggio forte e chiaro anche per l'ex premier. Questi, l'anno scorso l'ha messo sulla graticola per settimane e, per settimane, ce l'ha tenuto. Tant'è vero che, se non ci fosse stato Gallaini, dall'autunno 2012 Allegri non sarebbe più l'allenatore del Milan per volere del presidente onorario.

    Invece, per fortuna, il livornese è rimasto. E' bravissimo, sta rinnovando il Milan e, se il suo scudo umano enro lunedì gli compra un grande difensore, quest'anno farà ancora meglio. Alla faccia dei gufi. Che volino con la maglia rossonera o con altre maglie.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

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