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  • Jacobelli: Barbara contro il Sistema, ma Galliani sta con Tavecchio e Lotito

    Jacobelli: Barbara contro il Sistema, ma Galliani sta con Tavecchio e Lotito

    Le anticipazioni della trasmissione Petrolio (stasera, Rai Uno, ore 23.30) confermano come Barbara Berlusconi abbia il coraggio di dire ciò che pensa e di dirlo con franchezza, anche nel giorno del settantottesimo compleanno del padre: "I problemi del calcio italiano? Credo che il nostro problema sia, un po' in piccolo, quello che sta succedendo all'Italia nel suo complesso, quello di un Paese che non vuole rinnovarsi. Anche nel calcio mi pare che si proteggano molte posizioni, molti ruoli, e che il desiderio di rimanere ancorati alle proprie poltrone prevalga sulle necessità di rinnovamento. Bisogna fare come la Germania, quando nel 2000 rimase molto delusa da un Europeo fallito, fu in grado di cambiare la governance, le regole, gli uomini, gli stadi, i vivai e i conti, e non solo a livello di nazionale, ma in tutti i club".

    La nuova presa di posizione dell'amministratrice delegata del Milan è soltanto l'ultima in ordine di tempo e conferma l'opposizione sempre più dura al sistema di potere imperniato sull'asse Galliani-Lotito da cui sono scaturite prima la conferma in Lega di Beretta e poi l'elezione in Figc di Tavecchio al posto di Abete.

    30 giugno 2014: "Bisogna cambiare il sistema. Occorre una generazione di giovani manager quarantenni". Al che, con l'eleganza di un elefante in un negozio di porcellane e già certo del sostegno di Galliani per le elezioi dell'11 agosto, Tavecchio replica: "Sulla nomina del nuovo presidente non decide la gentile signora, ma i delegati di un milione e mezzo di tesserati. Per noi, vince la politica del fare e conta l'appoggio di un milione e mezzo di tesserati. Non sono vecchio. Ho giocato a pallone appena una settimana fa". Galliani non proferisce nemmeno una parola di solidarietà nei confronti dell'illustre dirimpettaia in Via Aldo Rossi, dove si trova la nuova sede del Milan, nonchè figlia terzogenita del suo datore di lavoro. 

    8 luglio 2014: "Si parli meno di tessere e piu' di idee. Nel dibattito per la presidenza Figc emergono, da parte di alcuni protagonisti, dichiarazioni e prese di posizione che ricordano i congressi della Dc della Prima Repubblica. Oggi, invece, c'è in gioco il futuro del calcio italiano e servono persone con idee nuove e coraggiose. Non si può, infatti, ridurre tutto, come sembra fare qualcuno, alle tessere e ai voti di cui si disporrebbe. Molto più importante è discutere su programmi e idee per rilanciare il nostro calcio che è in grave crisi di credibilità e di risultati. Mi auguro, e lo faccio a titolo personale perché non è tra le mie deleghe, che la Lega di Serie A proponga, in maniera unitaria, una candidatura che vada in maniera convinta nel senso del rinnovamento e del cambiament. Penso a un candidato credibile, in grado di raccogliere quella forte voglia di cambiamento e di rinnovamento che viene dal Paese".

    14 luglio 2014: "La vittoria tedesca del Mondiale è frutto del coraggio di cambiare uomini e regole. La Germania ha una federazione innovatrice, in grado di fare tutto ciò che in Italia non si è fatto e mi pare non si abbia intenzione di fare. La Germania ha meritato, è la squadra più forte. E' un successo, però, che viene da lontano, perché non si vince per caso".

    Come vedete, Barbara Berlusconi non molla. Ma il primo problema ce l'ha in casa: lei e Galliani sono su posizioni diametralmente opposte, in materia di politica federale e non solo quella. Barbara sta con Andrea Agnelli e con James Pallotta e lo conferma la furibonda lite fra Agnelli e Baldissoni da una parte e Lotito dall'altra, di cui è stata teatro venerdì scorso l'ultima assemblea di Lega a Milano.

    Dal 24 giugno (quando Abete si è dimesso) ad oggi, passando per l'11 agosto, data dell'elezione di Tavecchio tuttora sotto inchiesta Uefa per razzismo, il silenzio di Silvio Berlusconi sulle vicende Figc è stato eloquente. Come eloquente è stato il sostegno di Galliani a Tavecchio, del quale non ha mai censurato, senza se e senza ma, le ributtanti parole sugli extracomunitari che mangiavano le banane prima di venire in Italia.

    Per questo sarà interessante vedere sino a quando l'ex premier non si schiererà con la figlia, perché lo sanno anche i muri di Milanello che Galliani non avrebbe mai sostenuto Tavecchio, se il suo datore di lavoro non avesse voluto. O no?

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com






     

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