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  • Jacobelli: Juve genio Pirlo, la Roma cancella i 7 gol Bayern, Inter senza difesa

    Jacobelli: Juve genio Pirlo, la Roma cancella i 7 gol Bayern, Inter senza difesa

    Colpo su colpo, Juve e Roma continuano il duello scudetto facendo il vuoto alle loro spalle. Ai campioni d’Italia che vincono la venticinquesima partita interna consecutiva, gli uomini di Garcia rispondono battendo l’Inter, che all’Olimpico, rimonta per due volte i rivali, ma si arrende al micidiale uno due di Pjanic, servito dall’Immortale del calcio a nome Francesco Totti, prima di apporre il proprio sigillo di qualità con una formidabile punizione, modello Juninho Pernambucano. Sei gol, uno bellissimo di Holebas, continui capovolgimenti di fronte, emozioni senza sosta: il posticipo è stato all’altezza delle aspettative. Garcia ha ritrovato la squadra che cercava, Mancini ha già cominciato a raddrizzare l’Inter, ma è arrivato da dieci giorni e gli serve tempo, soprattutto per sistemare la difesa.

    PERES E PIRLO. Il Toro ha aspettato quasi 13 anni per segnare un gol nel derby, ma la meraviglia di Bruno Peres resterà per sempre nella storia granata. Quella volata di 78 metri del ragazzo venuto dal Santos ha fulminato mezza Juve, ha già fatto il giro del mondo e impazza sul web. E, se è vero che “A gloria è de Deus”, la gloria è di Dio, come sta scritto sulla maglia mostrata dopo quella rete pazzesca, è altrettanto vero che questo ex semisconosciuto ventiquattrenne brasiliano è anche il simbolo della grandezza e della scalogna torinista. Perché nulla può essere peggiore per il miglior Toro dell’anno di rimontare la Juve allo Stadium con la magia di Peres, inchiodarla sul pareggio sino a due secondi dalla fine e perdere il derby folgorati dal colpo di classe di un autentico gigante del calcio mondiale qual è Andrea Pirlo. Il tremendismo granata, finalmente risvegliatosi fra gli uomini di Ventura è stato sconfitto dal cromosoma juventino CSV (Conta Solo Vincere). 

    GOL FANTASMA E VALERI. E’ stato davvero un gran bel derby, caratterizzato anche dagli applausi del pubblico bianconero al grande ex Quagliarella e dalla rabbia finale di Ventura, che ha sfiorato la rissa con un presunto tifoso granata che insultava i suoi giocatori rei di avere preso il gol all’ultimo respiro. D’altra parte, si sa, la mamma dei cretini è sempre incinta, per qualunque squadra faccia il tifo. Anche Giampaolo Pozzo ha avuto un travaso di bile. Non ha tutti i torti. Sette volte l’Udinese è stata diretta da Valeri e sette volte è stata bastonata. Ma a San Siro, il secondo peggior arbitro della nostra vita (il primo è sempre Tagliavento), il personaggio si è superato. Voto alla sua direzione: 1. Valeri ha abboccato al tuffo di Honda, ha pure espulso Domizzi, non ha assegnato un rigore su Badu. Un disastro. Senza dimenticare il gol fantasma negato a Rami: considerato che il Milan a suo tempo si era giocato uno scudetto per un episodio analogo, firmato Muntari, si capisce perché l’inviperito Galliani abbia annunciato: da domani mi batterò per la tecnologia in campo. Bravo, ma sinora dov’è stato, su Marte? E già che c’è, perché non dà la sveglia a Lotito & Tavecchio e quando vede Platini gli dice come gli arbitri di porta non servano a nulla? In Inghilterra la goal-line technology è stata installata da due stagioni e funziona benissimo (come dimostra la rete accordata sabato a Smalling durante la partita fra Manchester e Hull City). In Italia, ci facciamo sempre riconoscere. Tutti presi come sono a spartirsi la torta dei diritti tv, molti padroni del pallone se ne fregano della tecnologia in campo che aiuterebbe gli arbitri a sbagliare meno. Ed è inutile che Galliani motteggi (“Il bianconero condiziona”): forse è meglio darsi una mossa.

    GENOA E GOMEZ. Aspettando Sampdoria-Napoli, lo scatenato Genoa di Gasperini e Matri (6 gol, tutti in trasferta) è piombato al terzo posto. Ha ragione l’allenatore rossobù: “Stiamo facendo cose meravigliose”. Il blitz di Cesena ha affondato Bisoli mentre continuano a risalire la Fiorentina che ha rifilato 4 gol al Cagliari dalla difesa che più zemaniana non si può (Gomez finalmente a segno dopo un’astinenza protrattasi per 259 giorni) e il Palermo di Dybala (gol n.6) il quale, con eleganza pari alla determinazione si è sottratto al pressing di Conte: nato argentino, calcisticamente cresciuto in Argentina, titolare anche di un passaporto polacco e uno italiano, l’ultimo gioiello di Zamparini sogna solo la Nazionale di Messi. Pur con tutto il rispetto per gli azzurri: giusto così. 

    PARMA A PICCO. Se sono almeno otto le squadre che inseguono il terzo posto, ivi compreso il Super Sassuolo (7 risultati utili consecutivi, 4 vittorie e 3 pareggi), sono otto anche i club che si dibattono sul fondo. Peggio di tutti sta il Parma: 11 sconfitte, 2 vittorie, 6 punti, una penalizzazione incipiente, una crisi societaria sempre più opprimente. Il prossimo turno prevede già due spareggi: Atalanta-Cesena, Cagliari-Chievo. E mancano ancora 25 partite. 


    Xavier Jacobelli

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