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  • Jacobelli: l'ultima trovata di Blatter sul fuorigioco aumenterà gli errori degli arbitri. Ci vuole la moviola in campo

    Jacobelli: l'ultima trovata di Blatter sul fuorigioco aumenterà gli errori degli arbitri. Ci vuole la moviola in campo

    Fra le molte sciagure regolamentari che hanno scandito la quasi quarantennale presenza di Joeph Blatter nella stanza dei bottoni Fifa, la nuova interpretazione del fuorigioco promette di essere la più deleteria, con effetti disastrosi sugli arbitri e sugli assistenti.

    Anzichè introdurre la moviola in campo, che ridurrebbe drasticamente il numero degli errori, gli scienziati della Fifa hanno diramato una circolare per neutralizzare in pratica il fuorigioco passivo: ma la norma aumenta la discrezionalità dei direttori di gara il che, è risaputo, moltiplica gli sfondoni e le cantonate.

    La nuova regola stabilisce che, nel caso in cui l'avversario effettui una deviazione volontaria, favorendo il giocatore della squadra rivale, questi sarà rimesso automaticamente in gioco.

    In caso di deviazione involontaria, invece, il giocatore avversario che benefici della deviazione dovrà essere considerato in posizione di fuorigioco. Naturalmente, a stabilirlo sarà l'arbitro, in concerto con i guardalinee e l'eventuale intervento dei giudici di porta, gli stessi che nella passata stagione hanno seminato confusione in quantità industriale, alla faccia di Platini.

    Nel caso in cui un giocatore in fuorigioco interferisca con la visuale di un difensore o del portiere, senza comunque cercare di conquistare il pallone, non sarà più considerato in fuorigioco. Qualora il giocatore in posizione irregolare tentasse di conquistare il pallone, lottando con i difensori avversari, verrebbe considerato in posizione irregolare e quindi in fuorigioco.

    Facile a dirsi, terribilmente complicato a farsi. Ma, si sa, in questi anni la Fifa ci ha propinato di tutto: il golden gol che costò agli azzurri di Zoff l'Europeo 2000; il silver gol; gli shoot out, coè i rigori in movimento; le norme sul retropassaggio al portiere e l'espulsione sempre più facile del medesimo. Fra le altre cose, Blatter voleva anche suddividere i 90 minuti di gioco in quattro frazioni, magari per infarcire gli intervalli di spot pubblicitari e abolire gli inni nazionali: non c'è riuscito, ma non si sa mai.

    Su una cosa, il settantasettenne svizzero non transige: il no alla tecnologia. Forse perchè, in caso contrario, in questi anni ci sarebbero state risparmiate molte porcherie: dai gol fantasma, ai fuorigioco non visti, ai rigori non dati, alle nefandezze di Moreno nel mondiale 2002 quando c'era il Trap e c'era anche quando la sua Irlanda  venne eliminata dalla Francia nella corsa a Sudafrica 2010, grazie a un colpo di mano di Henry, eccetera eccetera.

    Abbiamo una sola certezza: anche i dinosauri si sono estinti. E il giorno in cui Blatter lascerà finalmente la Fifa per andare in pensione, magari accompagnato da Platini su un atollo del Pacifico, sarà un bel giorno.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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