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  • Jacobelli: macché pace, fra Barbara e Galliani la guerra continua

    Jacobelli: macché pace, fra Barbara e Galliani la guerra continua

    Dopo il controribaltone del 30 novembre, quando Silvio Berlusconi si è inventato il Diavolo a due teste, respingendo le dimissioni di Galliani e affiancandogli Barbara in qualità di amministratrice delegata con potere sulla parte commerciale e sull'attività sociale del Milan, i velinari di regime si sono affrettati a diffondere scenari rassicuranti.
     
    Rappacificazione imprevista quanto totale fra i due litiganti, serenità a piene mani in nome del superiore interesse societario, addirittura un accordo di durata quadriennale fra le parti e via con quantità industriali di miele. Che in realtà è fiele. Allo stato purissimo.
     
    Calciomercato.com ha scoperto alcuni interessanti retroscena della vicenda, molto più appassionante delle beghe tra Forza Italia e il Nuovo Centro Destra di Alfano e della gazzarra infinita nel caravanserraglio arcoriano tra falchi, colombe, pitonesse, allodole, merli e pirla.
     
    Punto 1). Riferisconto bene informate fonti barbariane che, quando ha appreso della nota paterna all'Ansa comunicante la conferma di Galliani, la ventinovenne terzogenita abbia avuto un travaso di bile. Essendo abituata a dire sempre ciò che pensa pensando a ciò che dice, Barbara ha manifestato al padre tutta la sua ira per la decisione di trattenere Galliani nonostante questi si fosse pubblicamente dichiarato umiliato e offeso da Barbara medesima, annunciando le sue dimissioni per giusta causa entro il 22 dicembre, giorno del derby con l'Inter.
     
    Punto 2) L'ira di Barbara era giustificata anche dalla prima intesa raggiunta con Paolo Maldini, destinato a ricoprire l'ncarico di capo dell'area tecnica del nuovo Milan, tanto che Cesare Maldini, in un'intervista rilasciata ad Al Jazeera, aveva confermato il sì del figlio alla proposta della consigliera d'amministrazione. "E adesso che figura ci faccio con Paolo?", ha sbottato Barbara.
     
    Punto 3) Soltanto di fronte alle ripetute rimostranze del padre ("Ma ti sembra il momento di piantarmi tutto questo casino al Milan, con quello che sto passando?"), Barbara ha fatto buon viso a cattivo gioco. Ha accettato di ritrovarsi a faccia a faccia con Galliani nella nuova sede di via Aldo Rossi, ma, ad una condizione: che entro aprile, quando si riunirà il conisglio d'amministrazione, Galliani alzi i tacchi. Buonuscita o non buonuscita.
     
    Punto 4) Nei due anni e sette mesi vissuti in seno al club, Barbara ha imparato e ha scoperto molte cose. Fra queste, l'assoluta importanza dei diritti tv, nella gestione dei quali Galliani  è uno specialista assoluto. Sin da quando, in barba ad un macroscopico conflitto d'interesse, correva il tempo in cui Adriano era uno e trino: Numero Due del Milan, pezzo da novanta di quelle che all'epoca si chiamavano ancora reti Fininvest e non Mediaset, presidente della Lega di serie A e B.
    E, siccome la neoamministratrice delegata del Milan, fra le sue virtù possiede anche la perspicacia, ha annuito quando il padre e il fratello Piersilvio le hanno ricordato che, essendo in corso la trattativa per il rinnovo dei medesimi diritti tv e che sarebbe stato suicida mettere Galliani alla porta proprio in questo momento. La ragion di Stato ha prevalso su tutto il resto. Per ora, anche perchè la trattativa sul fronte tv non sarà eterna.
     
    Punto 5) Tutto questo, però, non ha impedito a Barbara di esigere dal padre una revisione della spesa milanista sul mercato delle ultime quattro sessioni, le due invernali e le due estive del 2012 e del 2013, essendo l'Erede al Trono fermamente convinta che il Milan abbia speso molto e male, come peraltro lei stessa mise nero su bianco nella fatidica nota all'Ansa del 3 novembre che ha scatenato l'inferno.
     
    Punto 6) Oscar Wilde avvertiva: "Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio e io vivo nel terrore di non essere frainteso". Non essendo una signora ottusa, ma, al contrario, smaniosa di chiarezza, lo stesso 3 novembre Barbara Berlusconi ha sparato le sue cannonate prendendo bene la mira. E' difficile pensare che, in un mese e nemmeno su pressione paterna, abbia cambiato idea circa " la mancata programmazione, l'assenza di una moderna rete di osservatori e una campagna acquisti e cessioni estiva sbagliata e che non ha tenuto conto delle indicazioni della proprietà".
     
    Punto 7) La temporanea conferma delle delega sull'area sportiva a Galliani non vieta a Barbara di continuare a tessere la trama del nuovo organigramma. Maldini capo dell'area tecnica; Fenucci amministratore delegato al posto di Galliani; Sean Sogliano, Pradé, Sabatini e Leonardi in lizza per la direzione sportiva.  Altro che pace, la guerra continua. E Barbara, 29 anni, sa già chi l'ha vinta. Grazie ad un alleato che né Galliani, 69 anni, né il padre, 77 anni,  hanno: il tempo.
     
    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com
     
     

     

     

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