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  • Jacobelli: Mancini, Podolski, Shaqiri, si scrive Thohir ma si legge Moratti

    Jacobelli: Mancini, Podolski, Shaqiri, si scrive Thohir ma si legge Moratti

    Prima Mancini. Poi Podolski. Adesso Shaqiri. In meno di due mesi, Thohir ha esonerato Mazzarri e ha ribaltato l'Inter. E' l'Effetto Moratti. Perché è incontrovertibile: può sembrare paradossale, ma da quando il petroliere ha ufficialmente rassegnato le dimissioni, il suo successore ha cambiato rotta.
    Vi ricordate  gli annunci del signore indonesiano in stile Arsenal? "Dobbiamo risanare i conti e costruire una squadra che prenda esempio dai Gunners valorizzando i giovani", disse una volta ET. E ancora: "In questa stagione la priorità assoluta è il bilancio, anche se l'Inter dovrà riconquistare un posto che conti in Europa".
    Il fatto è che, strada facendo, Thohir ha deciso di giubilare Mazzarri accogliendo il suggerimento di Moratti (da questi pubblicamente confidato: calciomercato.com, addì 20 novembre 2014). E, prendendo Mancini, Thohir gli ha dato le garanzie necessarie senza le quali l'ex tecnico del Galatasaray non avrebbe accettato di salire sul treno in corsa di una squadra che  non aveva costruito lui.
    Podolski e Shaqiri si spiegano anche così e anche i termini delle operazioni (600 mila euro per il prestito secco di Podolski; prestito gratuito e 15 milioni pagabili in gugno per Shaqiri) confermano che Ausilio di nuovo ha dimostrato cosa significhi fare un buon mercato al tempo della crisi.
    L'orgogliosa prestazione sul campo della Juve ha irrobustito il credito di cui gode Mancini che, alla squadra, sta trasmettendo una nuova consapevolezza e un'inopinata fiducia nei propri mezzi. Inopinata se si ripensa agli stenti dell'ultimo periodo mazzarriano: il tecnico livornese ha provato in ogni modo a rivoltare l'Inter, ma non c'è riuscito. Con Podolski e Shaqiri suonerà un'altra musica.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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